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Aneurisma le paralizza la parte sinistra del corpo, ma lei torna a camminare

Grazie ad un elettrostimolatore, la 47enne Cassidy Swinger ha migliorato la propria andatura, rendendola più fluida e sicura. «Dopo tutto quello che ho passato ha deciso di aiutare gli altri»

Cassidy Swinger è una donna di 47 anni originaria degli Stati Uniti che da diversi anni vive in Italia, dove ha messo su famiglia e lavora nel campo della moda. La sua vita procedeva normalmente fino all'estate del 2013, quando è stata colpita da un aneurisma cerebrale che le ha paralizzato la parte sinistra del corpo. In tre mesi, la donna è stata visitata in cinque ospedali ed i medici le hanno comunicato che le possibilità di tornare a camminare erano molto scarse. Cassidy Swinger, però, non si è arresa e con sacrificio si è impegnata per tornare a camminare, con l'auto di una squadra medica dell'Ospedale Valduce "Villa Beretta" di Costa Masnaga, in provincia di Lecco. La 47enne, infatti, era stata contattata dall'ospedale per provare un elettrostimolatore prodotto dalla Ottobock. Il dispositivo, andando a stimolare nervi e muscoli, le permette di sollevare il piede destro durante il cammino in modo da migliorare l'andatura e renderla più fluida e sicura.

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(Cassidy Swinger con l'elettrostimolatore)

Cassidy Swinger ha raccontato la sua storia ieri, 13 luglio, nella sede veronese della Ottobock Soluzioni Ortopediche. Insieme a lei c'erano anche Alessandro Coppi, ceo di Ottobock ed il dottor Giovanni Cannaviello, fisiatra di Villa Beretta.
«Dopo tutto quello che ho passato, l'anno scorso decisi che dovevo aiutare gli altri - ha detto la 47enne - Ho iniziato incoraggiando altri pazienti a non arrendersi e così ho fondato Strong Being Official per aumentare la consapevolezza su aneurismi e disabilità. Come sopravvissuta so in prima persona che è più facile parlare con qualcuno che ha passato la stessa tragedia, che con qualcuno che non l'ha passato. Recentemente ho completato un programma di coaching, quindi sono preparata ad ascoltare qualcuno che ne ha bisogno. Continuerò con Strong Being così posso aiutare gli altri e fisicamente non smetterò mai di cercare di migliorare. Con Ottobock sono un passo più vicino al mio obiettivo e non ho più paura di inciampare con il mio piede, quindi cammino più velocemente e mi stanco meno».
«La prima volta che abbiamo incontrato Cassidy è stato nel 2014, in seguito all'emorragia cerebrale con conseguente emiparesi sinistra che l’aveva colpita l’anno prima - ha spiegato poi Cannaviello - Cassidy è stata da noi per sottoporsi a degli interventi di chirurgia funzionale di allungamento miotendineo perché i suoi muscoli, a causa della spasticità, avevano perso elasticità ed erano andati incontro a retrazione con conseguente riduzione dell’articolarità della caviglia sinistra. Abbiamo visto da subito che, sotto quel blocco articolare, c’erano grandi possibilità di recuperare un cammino sicuro e completamente autonomo perché i suoi muscoli, anche se parzialmente retratti, avevano ancora grande capacità di attivazione, ma andavano allenati bene. Così, con tanta forza e con l’entusiasmo che la contraddistingue sempre, si è sottoposta a lunghi trattamenti riabilitativi con esercizi di rinforzo muscolare, stretching, periodici trattamenti con tossina botulinica ed ogni tipo di tecnologia disponibile presso la nostra struttura, dagli esoscheletri indossabili per il cammino alle piattaforme robotizzate per l'equilibrio. La stimolazione elettrica, nel suo caso, non è mai stata un puro esercizio di rinforzo muscolare, ma ha rappresentato una strada per recuperare il corretto timing di attivazione dei muscoli dell’arto inferiore sinistro. Questo perché i suoi muscoli dorsiflessori hanno da subito mostrato una buona capacità di attivazione in schema durante il cammino, ma andavano riallenati ad attivarsi nel momento giusto per non ostacolare l’avanzamento e non metterla a rischio di caduta. L’elettrostimolazione funzionale, nel suo caso, ha rappresentato un trattamento riabilitativo da fare durante la vita quotidiana».
«Con grande impegno professionale e allo stesso tempo con sensibilità verso le storie dei pazienti, cerchiamo di mettere in pratica ogni giorno la mission di aiutare le persone a ritrovare la loro mobilità ed indipendenza nella vita quotidiana ed i valori che ci contraddistinguono come azienda, ossia l’essere umani, affidabili, pieni di inventiva e trasparenti in ogni cosa che facciamo», ha concluso Coppi.

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