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Solidarietà degli alpini veronesi vale quasi un milione e mezzo di euro

Tra ore di lavoro impiegate per la collettività e donazioni in denaro, è stato tangibile e concreto l'aiuto fornito da Ana Verona nel 2021

Da un'emergenza all’altra, le Penne Nere veronesi rispondono presente. Non ancora archiviata la pandemia, Ana Verona è già mobilitata sul fronte della guerra in Ucraina con raccolte di fondi, di materiali di sostentamento, farmaci e gestione della logistica. Il punto è stato fatto dal presidente dell'associazione degli alpini di Verona Luciano Bertagnoli durante l'assemblea annuale dei delegati che si è tenuta al Palazzetto dello Sport. Assemblea in cui è stato tracciato il bilancio di quanto svolto come protezione civile durante il 2021, soprattutto per quel che riguarda la gestione dei centri vaccinali e dei centri tampone, luoghi sparsi in città e provincia con movimentazioni giornaliere continuative che corrispondono a 5.499 giornate e 33.136 ore lavorative svolte da 520 volontari di protezione civile e 250 alpini, temporaneamente iscritti proprio per far fronte all’emergenza. Un lavoro che ha fatto risparmiare alla collettività, solo per la gestione della pandemia, quasi 200mila euro. E la somma delle ore certificate nel libro verde della solidarietà, per tutti i servizi fatti dalla protezione civile, corrispondono a 50.869 ore di lavoro. Se si aggiungono anche le donazioni, che ammontano a 44mila euro, il controvalore totale è di quasi un milione e mezzo di euro.

Assemblea Ana Verona 2022

«Da un lato la pandemia sembra rallentare e anche se non è un liberi tutti, abbiamo qualche possibilità di movimento in più. Dall’altro, una nuova emergenza, ancora più terribile per atrocità efferatezza, quella della guerra, ci vede di nuovo in prima linea a favore del prossimo. E così, ancora una volta, le associazioni di volontariato come la nostra, oltre al lavoro non ancora terminato nei centri vaccinali, si trovano a dover fronteggiare l’emergenza profughi provenienti dall’Ucraina», ha relazionato all'assemblea il presidente Bertagnoli, scandendo l’anagrafica della sezione veronese che conta 13.707 alpini, 5.755 aggregati e 130 amici degli alpini per un totale di 19.612 associati. Di questi, 494, di cui 92 donne, formano il corpo della protezione civile.

L'assemblea ha applaudito anche la proposta della commissione di lavoro interna ad Ana Verona sul futuro associativo. Proposta che sarà presentata al direttivo nazionale nella seconda settimana di aprile. Tra i suoi punti cardine, quella di far cadere la distinzione tra "alpini" e "amici-aggregati" formalizzando la carica di socio alpino, cui poter accedere al termine di un percorso formativo e informativo ben definito. Vale a dire una scuola di formazione alpina da cui impartire nozioni storiche e di educazione civica, con moduli operativi di protezione civile. Un iter che si chiuderebbe con l’acquisizione di pari diritti, nella vita associativa, rispetto agli alpini in congedo. Inoltre, con la consegna del cappello alpino: una versione simile, ma non uguale, del tradizionale copricapo con la penna nera che distingue i militari che hanno prestato servizio nel corpo degli alpini.

Come da tradizione, l’assemblea ha assegnato i riconoscimenti: premio sportivo trofeo Emilio Anti al gruppo di Badia Calavena; Amico dell’anno a Diego Menegazzi; Volontario Amico dell’anno in protezione Civile a Giovanni Venturini; Alpino dell’anno a Rinaldo Marini; Volontario Alpino dell’anno in protezione civile ad Antonio Perbellini.

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