Anche gli alpini veronesi sono tornati sull'Ortigara a respirare «aria di casa»
La commemorazione sull'altopiano è stata una delle tappe più importanti del raduno del raggruppamento del Triveneto di Ana
Aria di montagna, aria di casa per gli alpini veronesi che sono tornati oggi, 9 luglio, sull’Ortigara per commemorare i circa tremila militari italiani che su quell'altopiano hanno perso la vita nel 1917. Circa un migliaio di Penne Nere, con amici, familiari e simpatizzanti, hanno fatto rotta in mattinata alla Colonna Mozza, a quota 2.015 metri, per la cerimonia di commemorazione ai caduti e per la messa celebrata dal vescovo di Padova Claudio Cipolla. Messa concelebrata anche dal cappellano della sezione veronese don Rino Massella.
La giornata di oggi è solo una, storicamente forse la più importante, delle tappe del raduno del Triveneto, che si sta tenendo ad Asiago che si è intrecciato con l’annuale pellegrinaggio sull’Ortigara. Dopo la pausa forzata, imposta dalla pandemia, infatti, tornano i raduni di raggruppamento dell'Ana (Associazione nazionale alpini). E quello del Terzo Raggruppamento (Triveneto) è il primo, anticipato solo dall'Adunata nazionale di Rimini, lo scorso maggio.
L’apertura è stata ieri con l’inaugurazione del Museo della Grande Guerra e l’inizio delle cerimonie con la sfilata al Sacrario del Leiten e la messa, celebrata dal Segretario di Stato Vaticano Pietro Parolin. E a seguire l’inaugurazione della cittadella alpina.
Oggi è toccato al pellegrinaggio nazionale sul Monte Ortigara, co-organizzato dalla sezione di Verona dell'Ana con le sezioni di Asiago e Marostica.
Domani la giornata conclusiva e insieme la più partecipata: tra stasera e domani sono in partenza per Asiago, sia autonomamente che in carovane e con i pullman, centinaia di alpini veronesi. Dalle 9.30, divisi in cinque settori con i veneti nel quarto blocco, lo sfilamento degli alpini di Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige e Veneto.
«È un ritorno alle origini, finalmente abbiamo respirato aria della montagna, l’aria che è propria degli alpini: avevamo bisogno di rintemprarci in questo clima di accoglienza, dopo quello che è accaduto negli ultimi mesi - ha commentato il presidente di Ana Verona Luciano Bertagnoli - Una sensazione unica, preludio alla giornata di domani, in un'apoteosi di bandiere fissate ai balconi e lungo le vie di Asiago. Qui, in questo territorio che è strettamente alpino, davvero ci sentiamo a casa».
«Siamo alpini - ha aggiunto il presidente nazionale di Ana Sebastiano Favero - E da sempre gli alpini, sia quelli in armi che quelli in congedo, senza fare rumore costruiscono condizioni di pace. La nostra capacità è di essere pronti in ogni momento e di far fronte alle esigenze della collettività: sono segni fondamentali. E non a caso, nel 2019, la segreteria degli ex premi Nobel della Pace ha consegnato all’Ana il riconoscimento di un’associazione che opera e lavora per la pace. Questo è un messaggio che dobbiamo portare avanti».
E per Ana Verona quello di oggi è stato anche un momento di raccoglimento per i 250 alpini veronesi che sui prati dell'Ortigara persero la vita. «Stiamo calpestando con i nostri scarponi un suolo sacro, dove ogni metro di terra, ogni zolla, ogni pietra ha visto cadere un soldato - ha detto Bertagnoli - Ogni anfratto ha accolto le spoglia mortali di un nostro alpino. Ogni anno, camminando su queste pietraie che ancora mostrano i segni evidenti di ciò che è stata la guerra, il massacro, su questa terra si sente il richiamo dei nostri giovani. Il loro sacrificio non deve essere dimenticato».