Si tratta del primo intervento compiuto in Italia: «Ci consentirà di ridurre i rischi di un impianto tradizionale e migliorare decisamente la qualità di vita dei nostri pazienti che non avvertono più la presenza del pacemaker»
Il direttore Flavio Ribichini: «Vogliamo essere di supporto ai pazienti cardiopatici di Verona che pur rimanendo a casa propria in una situazione delicata come questa possono sentire la voce dei loro cardiologi»
Il dispositivo è dotato di una elevata longevità e di una particolare forma ergonomica e curvata, in grado di farlo adattare meglio all’anatomia della regione pettorale in cui viene posto, riducendo la tensione sottocutanea ed il rischio di erosione della cute