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Chiuse le Paralimpiadi, Zaia: «Già sogniamo l'edizione invernale di Milano-Cortina»

Il presidente del Veneto guarda oltre l'appuntamento di Parigi, ma intanto ringrazia tutti gli atleti di ritorno da Tokyo. «69 medaglie azzurre, di cui 26 di atleti veneti sono un capitolo che potrebbe cambiare la storia dello sport»

Oggi, 5 settembre, si sono concluse le Paralimpiadi di Tokyo. La fiaccola ha quindi cominciato il suo viaggio che tra tre anni la condurrà a Parigi, dove si terranno nel 2024 le prossime edizioni dei giochi olimpici e paralimpici. Ma il presidente della Regione Veneto Luca Zaia guarda oltre, al 2026, quando le olimpiadi invernali si terranno tra Milano e Cortina.

«Oggi si chiude un capitolo che potrebbe cambiare la storia dello sport - ha commentato Zaia - Con 69 medaglie azzurre, di cui 26 di atleti veneti, finiscono le Paralimpiadi di Tokyo. Hanno sancito una realtà forte e bella e hanno inviato un messaggio potente: il mondo della disabilità è diventato il mondo di tutti noi, e guai a chi, da qui in avanti, lo dimenticherà. Già sogniamo, e ci stiamo già lavorando, l'edizione invernale di Milano-Cortina 2026, con le Paralimpiadi invernali in terra veneta. Sogniamo le evoluzioni spettacolari e difficilissime sulla neve di questi uomini e donne capaci di andare aldilà di un ostacolo. Li ringrazio tutti, con orgoglio e ammirazione. Ci hanno stupito, fatto divertire, gioire, sorprendere con prestazioni ed evoluzioni di enorme valenza tecnico-sportiva, oltre che umana. Troppa gente, anche in condizioni migliori di questi ragazzi, tende ad arrendersi alle avversità della vita. Loro hanno mandato un messaggio di vita da memorizzare per bene e non dimenticare più: non mollate e tornerete vincenti, nella vita come nello sport».

Zaia si è poi soffermato sulle medaglie vinte dagli atleti veneti. «Ci sono state conferme attese, come quella dell'invincibile Bebe Vio, ed esplosioni sportive come le sette medaglie del veronese Stefano Raimondi, le cinque (con record del mondo) del bibionese Antonio Fantin, il record della veterana Francesca Porcellato, e le medaglie a raffica di Xenia Palazzo, Luigi Beggiato, Francesco Bettella, Michela Brunelli e Stefano Travisani. Grazie a tutti. Il Veneto e i veneti sono ammirati, orgogliosi. Queste 26 medaglie sono dimostrazione che il movimento sportivo veneto è all'avanguardia nelle discipline paralimpiche. Un movimento che può contare su un'organizzazione efficace, tanta passione e su tanta professionalità, perché dietro a ognuno di questi atleti ci sono uomini e donne che hanno costruito i successi lavorando dietro le quinte: preparatori atletici, tecnici delle singole discipline, terapisti e fisioterapisti, medici e psicologi. E prima di loro, mamme, papà, fratelli e sorelle, zii. In una parola, la famiglia, il fondamento della società veneta».

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