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Il primo occidentale campione del mondo di Kobudo: il veronese Roberto Russo

Cintura nera terzo dan, laureando in biologia evoluzionistica, allievo della scuola Junshinkan di Bussolengo del Maestro Andrea Guarelli, Roberto ha vinto la competizione mondiale che si è tenuto a Naha, capitale di Okinawa, in Giappone

Roberto Russo, veronese classe 1995, è il primo e unico occidentale a conquistare il titolo di Campione del Mondo di Kobudo (specialità del Bo, cat. Adulti 18-40 anni), l'arte marziale che insieme al Karate nasce e si sviluppa sull’isola di Okinawa ma che - al contrario di questo - impiega l’'uso di armi bianche tradizionali. L'Italia vince il "2019 Okinawa Traditional Kobudo World Tournament" con un'impresa storica: per la prima volta in assoluto a guadagnare l'oro non è un okinawense, il che scardina la certezza del popolo giapponese di essere l'unico vero depositario dell'"antica via del guerriero", come la traduzione letterale di Kobudo vuole.

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(Roberto Russo)

Cintura nera terzo dan, laureando in biologia evoluzionistica, da sempre allievo della scuola Junshinkan (Bussolengo) del Maestro Andrea Guarelli, Roberto ha sostenuto la competizione mondiale gli scorsi 27 e 28 luglio a Naha, capitale di Okinawa, patria natale indiscussa tanto del Kobudo quanto del Karate. La due giorni al cardiopalma lo ha visto confrontarsi con 130 partecipanti provenienti da 35 diverse nazioni, ognuno dei quali aveva già superato la propria fase nazionale. Tra gli ingredienti della sua vittoria alcune doti innate come la capacità di apprendimento dei movimenti più complessi, la facilità di memorizzazione di sequenze tecniche anche lunghe e l'eccellente capacità di concentrazione, che si accompagnano ad una forza esplosiva e un grande equilibrio posturale.

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(Roberto Russo)

«Roberto ha gareggiato nella specialità più ambita del Bo, che impiega l’uso del bastone lungo 180 cm», ricorda il Maestro Guarelli, che l’ha accompagnato in questa avventura insieme ad altri allievi, tutti impegnati sull'isola di Okinawa per due settimane tra allenamenti con maestri del luogo e la gara di Roberto. «La competizione è iniziata con due fasi a punteggio, che Roberto ha vinto con il risultato più alto, ritrovandosi in finale con due atleti di Okinawa e uno di Hong Kong. A quel punto - prosegue il Maestro Guarelli - il capo degli arbitri (giapponese) ha deciso di cambiare i 5 giudici di gara e di comporre la cinquina arbitrale esclusivamente con arbitri giapponesi. Abbiamo seriamente pensato che la nostra corsa sarebbe finita lì. Invece gli arbitri locali, che peraltro avevano il relativo allievo in gara, sono stati costretti a riconoscere la superiorità dell'atleta italiano attribuendogli il punteggio più alto tra i finalisti».

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(Il maestro Guarelli con il campione Russo)

Così, dopo 16 lunghi anni di disciplina, un programma di preparazione specifico che lo ha impegnato 6 o 7 giorni alla settimana, Roberto Russo è entrato nella storia delle arti marziali. «Ho iniziato a studiare karate a 8 anni, a gareggiare a 10 anni e a 14 ho aggiunto le lezioni di kobudo - spiega il Campione del Mondo - Di questo sport amo il controllo che ti permette di ottenere sul tuo corpo in più ogni movimento ha un preciso significato di autodifesa e ogni tecnica ha una sua storia». Gli fa eco il Maestro Andrea Guarelli, che ha avvolto questa vittoria nel tricolore e coronato una carriera lunga 45 anni. «Insegnare il Kobudo - conclude il Maestro - è come piantare un albero: possiamo apprezzarne i fiori, i frutti e l'ombra solo dopo un decennio o più, ma per chi sa aspettare la soddisfazione è immensa. Nelle nostre tecniche ci sono i gesti di tutti i maestri che ci hanno preceduto, non possiamo farli dimenticare. Sono sicuro che gli insegnamenti di Kobudo abbiano reso Roberto una persona migliore e spero che questo lo possa aiutare in ogni aspetto della sua vita».

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(Roberto Russo con il Maestro Guarelli, gli arbitri e tutto il gruppo del suo dojo)

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