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L’Hellas paga gli errori di Mandorlini Adesso è necessario l’esonero?

Contro il Padova diverse decisioni del mister non hanno convinto. La squadra inoltre pare accusare un preoccupante calo fisico come già successo l'anno scorso nella fase decisiva del torneo.

È inutile girarci in tondo come capita a molti automobilisti alla disperata ricerca di un posto libero nelle vie del centro. La domanda è semplice e non può più essere rinviata: una rosa ricca per qualità e quantità come quella dell’Hellas può perdere in modo tanto ignobile un derby come ha fatto ieri col Padova e soprattutto vivacchiare senza gloria in terza posizione dopo 29 giornate a -4 da un Livorno certamente più modesto come organico, e addirittura a -11 dal Sassuolo? Noi crediamo di no. Conseguente il secondo interrogativo: di chi è la colpa? Non certo della società che ha investito come non si vedeva a Verona da decenni (o qualcuno rimpiange le gestioni di Pastorello?).

SULLA GRATICOLA - L’imputato principale è ovviamente il tecnico Mandorlini (che lunedì sera ha subìto una lezione di tattica da Colomba), sempre più indifendibile nonostante qualche leguleio di troppo in circolazione. I capi di accusa nei confronti del mister ormai potrebbero per dimensioni raggiungere lo spessore di alcune grandi opere della letteratura mondiale. Intanto l’insistenza deleteria col 4-3-3 ormai perfettamente leggibile da parte degli avversari, e forse neppure il modulo più adatto all’organico. E sì che con l’arrivo a gennaio di Sgrigna l’alternativa ci sarebbe, schierando l’ex granata come trequartista (magari dietro a due punte visto che Cacia risulta spesso isolato e in non perfette condizioni). Ma la testardaggine di Mandorlini è ormai esasperante. Perché insistere con Gomez, lontano parente di quello della passata stagione? Ma purtroppo il mister conferma di essere rigido nelle sue gerarchie. Basta ricordare il poco spazio concesso l’anno scorso ai vari D’Alessandro, Lepiller e Pichlmann giocatori che non godevano della sua stima. E ciliegina sulla torta: perché riproporre col Padova Martinho da terzino esterno, quando aveva dato spettacolo, siglando 2 gol, a Bari partendo da centrocampo? Avevamo paventato in sede di presentazione il rischio di arretrarlo. Ma Mandorlini zitto zitto (visto la mancata presentazione nella conferenza stampa prima della partita) puntualmente ha deciso di riproporre il brasiliano nella linea difensiva. E anche la gestione dei cambi nel corso di tutta la stagione non convince: spesso tardivi e incomprensibili come lunedì con l’ingresso di Rivas per Laner.

PAZIENZA A RISCHIO - Pertanto pure l’ultima domanda è scontata. Fino a quando l’ambiente Hellas dovrà dimostrare riconoscenza al mister per la promozione in B (In fondo ha vinto solo i play off di Prima divisione, mica lo scudetto)?. Anche i mutui più pesanti prima o poi finiscono. E poi siamo sicuri che non sia maggiore la riconoscenza che il mister deve al Verona? In fondo il club gialloblù gli ha consentito di ritornare nel calcio che conta in Italia, quando ormai ne era ai margini. Probabilmente è ora che anche la società, senza farsi condizionare da chi forse vuole il bene di Mandorlini ma non dell’Hellas, prenda la decisione che pare inevitabile e non più rinviabile, considerando anche la scarsa condizione fisica della squadra. Un film già visto peraltro l’anno scorso. Chi deve e può, intervenga prima che sia troppo tardi. Per provare a cambiare il finale.

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