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Sartori: "Siamo costretti a pescare i talenti all'estero"

Il ds del Chievo: "Per noi una strada obbligatoria. I giovani italiani costano pi degli altri"

"Si va all'estero a cercare nuovi talenti perché i prezzi sono migliori di quelli dell’Italia". Lo afferma Giovanni Sartori, direttore sportivo del Chievo. A sentire il ds scaligero non esisterebbero altre vie: "Per una realtà come la nostra – spiega il dirigente a Radio Manà Sport 24 – andare fuori dall'Italia diventa una scelta quasi obbligata, visto che il bacino cittadino o regionale spesso è limitato. Nella grandi città c'è più facilità di reclutamento. E le piccole società fanno ricorso all’estero non solo per ragioni tecniche, ma anche economiche: i ragazzi stranieri costano meno. A noi è capitato di cedere giocatori all'Inter ancor prima di portarli in Primavera. Ci può stare che un ragazzo che passa da una Primavera a un grande club, venga valutato 700mila o 800mila euro, o anche un milione, per le metà del cartellino".

I top club, poi, sono sempre pronti ad accaparrarsi il campioncino inerba.
Una scommessa che, se vincente, potrebbe rivelarsi un investimento positivo per le squadre di fascia inferiore. "Qualche anno fa ci capitò di cedere all'Inter Alfonso - racconta Sartori - che era il portiere dell’Italia under 17. Lo scorso anno invece abbiamo prestato Tallo, che ci eravamo andati a prendere in Costa d'Avorio. In estate è tornato da noi, e ci è stato subito chiesto dalla Roma. Ora sta andando molto bene, ha tutte le potenzialità per diventare un ottimo giocatore".

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