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"Nelle foibe ci mettiamo pure voi" la provocazione del Livorno | VIDEO

Non si placano le polemiche dopo la sentenza del giudice sportivo, che ha punito il club toscano per i fumogeni e gli striscioni, ignorando completamente le vergognose urla dei tifosi amaranto

Non si placa la feroce polemica sulle tifoserie italiane. Dopo la sentenza del giudice sportivo, che ha comminato 50 mila euro di multa all'Hellas Verona per i cori ingiuriosi contro il compianto calciatore amaranto Piermario Morosini, dopo i commenti del sindaco di Verona Flavio Tosi e del presidente Abodi, dopo la decisione della società gialloblù di non presentare ricorso, ora tocca ai tifosi livornesi finire sotto accusa.

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PER IL LIVORNO - Anche il club toscano è stato oggetto di un provvedimento disciplinare: settemila euro di multa. Le motivazioni della sanzione sono riportate a chiare lettere nel testo della sentenza, dove si indicano gli ultras amaranto come i responsabili del lancio di petardi e fumogeni in campo, oltre che di aver esposto uno striscione denigratorio nei confronti degli scaligeri. Una multa leggera che va a punire comportamenti piuttosto comuni in uno stadio italiano (purtroppo). Ma a scatenare la polemica è quello che manca nella sentenza, non certo quello che c'è.

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APOLOGIA DI GENOCIDIO - L'indignazione veronese parte infatti dal vergognoso coro cantato a gran voce dalla curva del Livorno, una cantilena odiosa che condanna gli scaligeri alle foibe. Secondo alcuni dei tifosi presenti sabato al "Picchi" sarebbe stato proprio questa manifestazione di odio a scatenare la tifoseria gialloblù, che in risposta avrebbe intonato l'ormai tristemente famoso coro contro Piermario Morosini. Difficile verificare chi "abbia iniziato per primo" (una scusa che non reggeva nemmeno alla scuola materna), quello che fa storcere il naso d'altronde è ben altro. Se, infatti, da una parte il canto oltraggioso proveniente dalla curva dell'Hellas non può essere scusato in alcun modo, dall'altra parte appare incredibile come le urla dei livornesi siano state completamente ignorate nella sentenza del giudice. La cosa appare ancora più vergognosa leggendo le accuse rivolte alla tifoseria relative agli striscioni esposti in curva: apologia di fascismo. Ma allora dov'è l'apologia di genocidio per i livornesi? Eppure qualcuno l'aveva già ipotizzata al termine dello scontro e, proprio alla luce della condanna ai veronesi, la sua assenza diventa particolarmente pesante.

INDIVIDUATI I PRIMI QUATTRO RESPONSABILI

RABBIA SUL WEB - Su internet i tifosi sono già scatenati: i commenti sui siti di condivisione video sono un'unica voce: com'è possibile penalizzare una squadra così pesantemente per colpa di una ventina di esaltati e non prendere in considerazione le urla vergognose di mezza curva avversaria? I più attenti, poi, sottolineano come Verona con il triste episodio delle foibe non c'entri nulla, essendo Padova l'unica parte del Veneto che, purtroppo, ha avuto a che fare con il terribile crimine. Terribili le accuse contro anche contro i mezzi d'informazione, a sentire i gialloblù tutti concentrati sul coro veronese e incredibilmente dimentichi delle urla amaranto. Triste infine notare come ancora una volta un episodio sportivo diventi la scusa per attaccare l'una o l'altra cittadinanza per la sua appartenenza politica, indice ancora una volta di quanto in Italia sia difficile scindere lo sport da tutto il resto.

Alleghiamo il video incriminato, in cui le molte voci dei tifosi livornesi si uniscono nel vergognoso coro contro il Verona. Ai nostri lettori il compito di commentare lo sgradevole episodio, in questa sede ci teniamo solo a sottolineare come, forse, sarebbe il caso di considerare i propri errori quando si attaccano quelli degli altri. E questo vale tanto per gli amaranto quanto per i gialloblù.

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