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Toni lascia il calcio: "Smetto dopo 22 anni. A fine stagione parlerò con Setti"

Il bomber dell'Hellas annuncia il suo ritiro dopo tre stagioni con la maglia del club di via Belgio: "Vincere la classifica dei cannonieri con questa maglia è stata una delle cose più belle della mia carriera: a Verona sono affezionato"

L'annuncio era nell'aria e oggi è arrivata la conferma ufficiale: Luca Toni appende le scarpe al chiodo e lascia il calcio giocato. È stato lo stesso attaccante ad annunciare la decisione, in una conferenza stampa che si è tenuta nella sede dell'Hellas Verona. 
"Dopo lunghe riflessioni fatte nelle ultime settimane, ho deciso di lasciare il calcio giocato dopo 22 anni di professionismo. Questa sarà la mia ultima conferenza stampa da giocatore. Sono stati giorni difficili, fatti di un misto tra gioia e tristezza, ma credo che sia giusto così". Il bomber chiuderà quindi con la maglia gialloblu addosso contro la Juventus, un match che segnerà la sua 100° presenza con l'Hellas Verona, per il quale ha siglato fino ad ora 50 gol.

Questa è stata un'annata brutta, strana e a livello di testa ho capito di essere arrivato alla fine - ha proseguito l'attaccante -. A Verona mi hanno fatto sentire ancora un giocatore importante: sono stati tre anni fantastici, nei quali ho contribuito a scrivere la storia di questo glorioso club. Però sono state dette anche cose non vere: io ho sempre e solo fatto il giocatore, senza mai mettere parola su chi comprare o meno. Sul mio futuro parlerò a fine stagione con il presidente: se troveremo un accordo e se abbiamo le stesse idee si andrà avanti insieme, altrimenti no. Non c'è alcun contratto scritto. 

Non è ancora scritto dunque il destino del campione del Mondo del 2006, che poi torna sulle motivazioni che lo hanno spinto a dare l'addio al calcio. 

Tutti gli anni si faceva un contratto annuale, ogni anno si decideva a fine stagione. Le cose però andavano bene e lasciaere così non era della mia idea. Questo è stato l’anno più brutto della mia carriera: avrei lasciato dopo una grande delusione e quest’anno è stata un’annata che non è andata bene, forse non avrei lasciato se fosse andate meglio. Vincere la classifica dei cannonieri con questa maglia è stata una delle cose più belle della mia carriera: a Verona sono affezionato e mi piacerebbe restare. 

Tornando sul suo futuro, Toni ammette di non aver chiaro il ruolo che vorrebbe svolgere ma di certo non sarà quello dell'allenatore, almento per il momento.

Vedo miei ex compagni di squadra invecchiare di 5 anni ogni 1 che passa: per ora non farò l'allenatore (ride, ndr). A livello dirigenziale in Italia mancano grandi calciatori del passato ai vertici, come ad esempio Roberto Baggio, o Paolo Maldini, che non sono nel mondo del calcio, una follia. Per esempio, nel Bayern, parlavo con Rummenigge che gestiva la società: sapeva di cosa parlavo, perché è stato un grande calciatore. Serve più gente che sappia di calcio: è giusto avere persone che sappiano far quadrare i conti ma serve anche chi conosce a fondo questo sport. 

Il numero 9 alla fine ha risposto brevemente ad alcune domande sull'attuale stagione

Con Delneri, credo si sappia che non ho un buon rapporto, è inutile negarlo. Non mi sembra il momento giusto di parlare di queste cose adesso: entrambi usciamo sconfitti da questa stagione. Le dichiarazioni di Carpi? Le ho fatte come ultima mossa per provare a tirare fuori tutto l'orgoglio. Avevamo 1 possibilità su 100 di salvarci e ho ritenuto giusto farle. Non credo di aver mancato di rispetto alla squadra e le rifarei. 

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