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Hellas Verona disastroso a Lecce: sconfitto e sorpassato in classifica

Il punteggio di 2-1 non rende giustizia alla pessima partita giocata dalla squadra di Grosso, che sbaglia un numero incredibile di passaggi e viene surclassata ancora sul piano caratteriale, senza riuscire a mettere in piedi una reazione degna di questo nome

Allo stadio Via del Mare, nella ventiseiesima giornata di Serie B, l'Hellas Verona trova la sua sesta sconfitta contro il Lecce, al termine di una prestazione da dimenticare, con il risultato di 2-1. 

Il match è iniziato su ritmi piuttosto bassi, con entrambe le squadre che hanno provato a prendere in mano il pallino del gioco continuando a studiarsi e facendo anche della confusione. Un equilibrio che La Mantia ha provato a spezzare già al 6', ma sua conclusione è stata facile preda per Silvestri, mentre due minuti dopo è stato Faraoni a vedere parata la sua conclusione da posizione defilata. Con la palla fra i piedi, l'undici di Liverani ha dato l'impressione di voler prolungare il possesso in attesa di trovare il giusto varco, mentre Grosso sembrava orientato a cercare giocate in velocità, che sono quasi sempre rimaste un miraggio. Nel complesso, entrambe le squadre non hanno cercato il vantaggio con particolare convinzione in questa fase, stando molto attente soprattutto a non scorprirsi. Al 20' però Almici ha trovato Laribi ben posizionato in area, ma il suo destro è stato sporcato dalla difesa. Più pericoloso La Mantia sul capovolgimento di fronte, che di testa ha cercato vanamente di prendere in controtempo un Silvestri ben posizionato. Nella fase centrale della prima frazione il Lecce è riuscito a guadagnare campo, mentre gli scaligeri faticavano ad uscire dalla propria fase difensiva, soprattutto a causa dei tantissimi errori in fase di palleggio. E al 34' il cross dalla sinistra di Majer ha trovato in area La Mantia che alla terza occasione, dopo aver sfruttato la pessima marcatura di Vitale, ha silglato il vantaggio. L'Hellas ha provato a reagire, trovando subito un bel destro al volo di Pazzini che ha quasi sorpreso VIgorito, mentre l'arbitro Sacchi al 39' ha allontanato Grosso per proteste: decisione molto fiscale, soprattutto alla luce di quanto lascerà correre dopo. 
Nel finale, al 44', è arrivato l'ultimo sussulto dei primi 45 minuti, quando Lee si è ben liberato al limite, servendo un assist troppo lungo ad un Di Gaudio già lanciato verso la porta. 

LA CRONACA E IL TABELLINO DELLA PARTITA

Il secondo tempo ha preso il via su ritmi più elevati, con La Mantia che ha protestato subito per una presunta spinta di Bianchetti dopo essere stato lanciato a rete, mentre un minuto dopo Lee ha provato a mettersi in proprio con una girata da posizione difficile finita a lato. Nonostante la confusione sul terreno di gioco e le numerose imperfezioni tecniche, il Verona per qualche minuto è sembrato poter mettere pressione all'avversario, soprattutto quando al 48' Pazzini è stato servito in area con un preciso cross (per la prima ed unica volta nel match), che gli ha permesso di dare forza di testa e di andare molto vicino alla porta. 
Ma al 52' la squadra di Grosso si è fatta sorprendere da una punizione dalla trequarti destra di Petriccione, che ha trovato l'incornata vincente di Lucioni, partito forse in leggero fuorigioco. Da quel momento i gialloblu hanno dato l'impressione di aver staccato la spina, rischiando l'imbarcata: al  58' uno stop inguardabile di Bianchetti ha portato Mancuso dalle parti di Silvestri, che ha detto NO al suo sinistro. Dopodiché, piano piano, gli scaligeri sono riusciti a ritornare in sé, ma questo non è stato abbastanza per riuscire ad impensierire veramente il Lecce, che dopo aver sfiorato il tris con Calderoni in contropiede, ad un minuto ha subito il gol di Laribi su una clamorosa distrazion di Vigorito: il tempo però era oramai scaduto e poco dopo l'arbitro ha sancito la fine del match. 

Dopo una buona partita contro lo Spezia ed una discreta prestazione contro la Salernitana, l'Hellas Verona è tornato ad offrire una prestazione di rara bruttezza ai suoi sostenitori. Svuotata, senza carattere ed incapace di cambiare ritmo, la formazione di Grosso è sembrata composta più da impalpabili fantasmi che da giocatori di pallone, salvo rare eccezioni. Imbarazzanti sul piano del fraseggio, i gialloblu hanno sbagliato un numero difficilmente calcolabile di passaggi in tutte le zone del campo, rischiando di far arrotondare gli avversari, che non hanno certo fatto un pressing asfissiante. Impalbabile soprattutto il centrocampo, con Gustafson in serata pessima e Laribi ancora un corpo estraneo. Anche Di Gaudio e Lee sono apparsi spenti, mentre la difesa è tornata ad essere "ballerina". 
Un disastro su tutta la linea che non può essere giustificato con le numerose assenze (con quella di Zaccagni apparsa come la più pesante): la squadra di Grosso appare lenta, prevedibile e mai "cattiva", trovando spesso la soluzione ai suoi incontri più con le individualità che con il "coro". A Lecce poteva anche perdere, ma non in questo modo, con i pugliesi che ora hanno anche messo la freccia in classifica, scavalcando i veronesi. 
Società e allenatore ora dovranno valutare il da farsi, perché la permanenza in zona play off sembra più che altro dovuta alla "pigrizia" delle altre contendenti. E domenica sera al Bentegodi andrà in scena il derby veneto con il Venezia. 

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