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L’Hellas Verona resta in corsa per la promozione diretta, ma ci sono ancora tanti problemi

Il Verona, nonostante il mediocre pari col Cittadella, si è portato a -1 dal Livorno (ieri sera battuto in casa dal Novara). Tuttavia preoccupano la scadente condizione fisica, la mancanza di una precisa identità di gioco, la sterilità dell’attacco (seconda gara di fila senza segnare) e il calendario

Pericolo scampato. Ma se dopo il mediocre pari interno con il Cittadella, l’Hellas può ancora sperare nella promozione diretta in serie A, deve solo ringraziare il Novara che ieri sera è passato per 3-1 a Livorno. I gialloblù così, al termine della 37^ giornata, si ritrovano addirittura più vicini al secondo posto (ora a -1). Tuttavia i motivi di soddisfazione in casa Verona terminano qui. Perché l’Hellas visto contro i granata non sembra poter fare molto strada. La prova offerta da Maietta e compagni martedì sera è stata a dir poco imbarazzante sul piano del gioco e sconcertante sotto il profilo dell’approccio, degno più di una amichevole di fine stagione che di una gara decisiva per la promozione.

IDEE CONFUSE - Non sono pochi i problemi che dovrà risolvere Mandorlini entro lunedì quando al Bentegodi arriverà il Brescia. E non sarà semplice considerando che non ci è riuscito in 8 mesi. Il tecnico gialloblù ha perso nettamente il confronto sul piano tattico col collega Foscarini. Il Verona è parso avere poche idee e pure confuse. Del resto è da inizio campionato che l’Hellas va avanti più grazie agli spunti individuali (i gol di Cacia, le accelerazioni di Martinho, le prodezze di Rafael) che a un vero gioco di squadra, quello che ha palesato invece il Cittadella. Il mister gialloblù non ha saputo trasformare i tanti ottimi solisti in organico in una orchestra con un preciso spartito da seguire. Per questo i gialloblù faticano a finalizzare (secondo gara di fila senza segnare) e spesso si rifugiano in un possesso palla poco produttivo e fastidioso come le risate finte messe in sottofondo in certi telefilm comici. Se gli avversari, come ha fatto il Cittadella, poi marcano praticamente a uomo Jorginho, in casa gialloblù cala il buio più assoluto. Manca l’elemento capace di dettare l’ultimo passaggio. A dire il vero in organico ci sarebbe (Bacinovic), ma Mandolini non lo ha mai messo al centro del progetto per non dover abbandonare, da inizio stagione, il 4-3-3. Allo sloveno non può essere chiesto di svolgere i compiti che l’anno scorso venivano assolti da Tachtsidis. E dire che potrebbe garantire valide soluzioni anche sui calci piazzati (punizioni e angoli), altro punto debole del Verona attuale.

STANCHI E PROVATI - Ma quello che preoccupa maggiormente è la mediocre condizione fisica dimostrata dai gialloblù. La squadra sta finendo il campionato in netto calo atletico come peraltro era già accaduto dodici mesi fa. Anche i tanti infortuni (Rivas, Carrozza, Moras, Martinho, Cocco e martedì Ceccarelli e Cacciatore) generano dei dubbi sul lavoro svolto durante la settimana. Per il Verona di martedì sarà difficile superare il Livorno che sulla carta ha un calendario più agevole, pur avendo soltanto con 2 gare in casa (Vicenza e Brescia) e 3 fuori (Grosseto, Ternana e il Sassuolo all’ultima giornata). L’Hellas invece ne ha tre interne (Brescia, Pro Vercelli ed Empoli) e due esterne (Ascoli e Juve Stabia).

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