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Hellas, l'orgolio stavolta non basta: ancora in 10, viene battuto dal Diavolo

Prova di carattere dei gialloblu, costretti a giocare per più di 70 minuti per l'affrettata espulsione di Stepinski. Al Milan, ancora in crisi di gioco, basta un calcio di rigore del "Pistolero" Piatek

Nella terza giornata di campionato è arrivata la prima sconfitta della stagione per l'Hellas Verona, che allo stadio Bentegodi è stato superato dal Milan grazie ad un rigore di Piatek, dopo aver giocato in inferiorità numerica per buona parte della partita. 

Fin dal primo minuto Juric ha deciso di affidarsi a Stepinski come riferimento avanzato del suo 3-4-2-1, mentre Giampaolo ha preferito rimandare al secondo tempo il debutto in rossonero di Rebic, affidandosi a Suso e Calhanoglu a sostegno del centravanti polacco. La formazione di casa ha iniziato il match con grande aggressività, cercando di non lasciare respirare gli avversari, intenti nel provare a prendere in mano il pallino del gioco. Ne è nata così una partita molto combattuta, anche se forse non bella tecnicamente, che dopo un'uscita non perfetta di Silvestri al 5', ha visto gli scaligeri sfiorare il vantaggio tre minuti dopo con Zaccagni, che in acrobazia ha cercato di ribadire in rete una corta respinta di Donnarumma, salvo trovare ancora i guantoni del numero 1 milanista.
L'undici di Giampaolo ha cercato di mettere in pratica i comandamenti dell'allenatore, provando soprattutto le vie centrali con scambi e imbucate, mostrando però le difficoltà emerse nelle scorse giornate. Diverso invece l'approccio dei gialloblu, i quali hanno preferito provare ad allargare le maglie della difesa avversaria puntando principalmente sulle corsie laterali e cercando di andare in velocità in contropiede, come avvenuto al 13', con l'azione sciupata però sul più bello. L'Hellas è andato così avanti con il proprio pressing alto, che diversi errori tecnici ha provocato tra le file rossonere. Al 20' però l'arbitro Manganiello e i suoi assistenti al VAR sono saliti in cattedra con l'affrettata espulsione di Stepinski: uscito da un contrasto concitato, l'attaccante ha alzato la gamba toccando il pallone, sul quale si era avventato di testa Musacchio. Nessuna volontà di provocare un danno all'avversario, tant'è che lo stesso attaccante ha subito abbassato la gamba, anche se il contatto con il difensore era inevitabile: dopo aver estratto il cartellino giallo, il direttore di gara è stato richiamato a vedere le immagini, che lo hanno convinto ad estrarre un eccessivo cartellino rosso, complicando così il match dei padroni di casa. 
Da quel momento infatti il Milan si è disposto con una formazione a trazione anteriore per assaltare il fortino scaligero, facendo però fatica a rendersi effettivamente pericoloso. La migliore occasione infatti è capitata sui piedi di Verre al 28', quando lanciato in contropiede da Rrahmani ha stoppato di collo e calciato al volo da dentro l'area: un meraviglio gesto tecnico che non gli ha però permesso di trovare la porta. 
Nell'ultimo quarto d'ora anche gli ospiti hanno cercato maggiormente le fasce per creare più spazio in area, la difesa di casa ha retto bene all'urto e all'intervallo la sfida era ancora sulo 0-0. 

LA CRONACA E IL TABELLINO

Con Rebic al posto di Paquetà, Giampaolo ha voluto mandare un chiaro messaggio ai suoi fin dall'inizio della ripresa, che ha visto il Milan cercare di sfondare tra le linee gialloblu per arrivare alla rete. Le conclusioni principali però sono arrivate solamente da fuori area, con Calabria che al 57' ha colto il palo con un gran destro, al quale ha risposto Verre al 60', con un'incursione in area su traversone di Veloso che a sua volta si è fermata sul montante. 
È servito infatti un altro episodio al Milan, in difficoltà offensiva, per sbloccare la sfida. Al 64' Calhanoglu, dopo aver combinato al limite, ha calciato trovando la mano di Gunter: per quanto il difensore si sforzi di tenere il braccio nascosto dietro il corpo, al momento del tocco con la sfera è comunque largo e l'arbitro dunque ha indicato il dischetto, ricevendo poi la conferma dal VAR. Dagli 11 metri si è allora presentato Piatek, che ha trovato così la sua prima rete in questa stagione. 
A quel punto il Milan si è scoperto paziente, inziando a far circolare la sfera (sempre piuttosto lentamente) in attesa di trovare il giusto varco. Juric allora ha provato ad estrarre il coniglio dal cilindro, mandando in campo subito dopo il gol Pessina per Verre e successivamente Di Carmine e Tutino per Zaccagni e Rrhamani. A trovare la rete però è stato di nuovo Piatek, all'83', ma quando l'attaccante è entrato in scivolata il pallone era già in possesso di Silvestri e, dopo un consulto con l'onnipresente Video Assistant Referee, Manganiello ha annullato. 
Mai domo, l'Hellas ha continuato a lottare grazie anche alle giocate di Pessina, che a recupero ormai scaduto è stato atterrato da Calabria a cavallo della riga dell'area dopo una giocata sontuosa. Espulsione diretta per il terzino, ma secondo la terna il fallo si sarebbe concretizzato fuori, anche se sull'episodio restano molti dubbi. Sul piazzato si è allora presentato Veloso, con la sfera che ha colpito la barriera ed è capitata sui piedi di Lazovic, ma la sua botta da fuori è andata solo vicina allo specchio e il Diavolo ha così potuto portarsi a casa i tre punti. 

LE IMMAGINI: GOL E HIGHLIGHTS DELLA PARTITA 

Combattente e orgoglioso, l'Hellas Verona è uscito a testa alta dalla sua prima sconfitta, potendo anche recriminare sulla gestione di Manganiello (inadatto a tenere le redini di una partita che si è innervosita anche a causa della sua conduzione fatta di luci e ombre). In parità numerica la squadra di Juric ha tenuto molto bene in campo di fronte ad un avversario di valore superiore, dando l'impressione che senza gli episodi che ne hanno condizionato la gara, difficilmente sarebbe uscita dal terreno di gioco a mani vuote. Ottima la partita di Verre (probabilmente il migliore in campo) così come quella del resto dei suoi compagni, tutti molto concentrati a seguire le indicazioni del loro allenatore. Hanno sorpreso ancora una volta la maturità e la diligenza di Kumbulla, e anche la grinta e la dinamicità di Amrabat. 
L'Hellas ora è chiamato ad una sfida molto difficile, se non proibitiva: alle 18 di sabato infatti affronterà i Campioni d'Italia della Juventus allo Stadium. 

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