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Hellas, Setti interrompe il silenzio stampa: "Basta falsità: il limite è superato"

Con una lettera aperta pubblicata sul sito della società, il presidente gialloblu invita i tifosi a sostenere la squadra, difende Fusco, parla della situazione del club e della strada percorsa fino ad ora

In questo momento decisivo mi sembra giusto sia io a interrompere il nostro silenzio stampa.

Inizia con queste parole la dichiarazione del presidente dell'Hellas Verona, Maurizio Setti, pubblicata sul sito ufficiale della società. Con questa lettera aperta il Numero 1 gialloblu ha voluto rispondere con fermezza alle critiche piovute sulla dirigenza dopo le ultime altalenanti prestazioni della squadra e al termine di una sessione invernale di calciomercato che ha visto partire pezzi pregiati come Pazzini, Caceres e Bessa, e arrivare altri giocatori che per il momento non hanno "scaldato" il cuore dei tifosi. 
Con questa lettera Setti ha voluto ribadire che ogni azione fatta dalla società negli ultimi mesi, è stata compiuta unicamente per il bene dell'Helas Verona e per garantirne la "sopravvivenza". 

Nella primavera del 2012 sono venuto per la prima volta al Bentegodi. Il Presidente era Giovanni Martinelli, che stavo imparando a conoscere. Oltre alla bella vittoria dei gialloblù, ci fu un altro aspetto che ricordo di quella giornata. Fuori dalla tribuna, in coda per entrare, c’era un bambino con una maglietta gialloblù, accompagnato dal padre. Su quella maglietta c’era una frase: “BORN TO TRIBULAR”. “Nati per soffrire”, nati per amare l’Hellas in ogni situazione e categoria. È stato in quel momento, che non dimentico mai, che ho capito cosa volesse dire essere veronese, essere uno dell’Hellas. Giovanni Martinelli, insieme all’avvocato Antonella Benedetti, vagliò diversi imprenditori e scelse il sottoscritto perché appassionato di calcio e perché capì che non c’era, e mai ci sarà, interesse di lucrare su questa società. Il mio sogno di essere il presidente del VERONA si realizzò e per questo non nascondo ancora oggi il mio orgoglio che qualcuno vuol far passare come spavalderia. Sono figlio di operai, vengo dalla strada e forse per questo non ho paura. Soprattutto so di agire con onestà e rispetto verso chi ama questa maglia, almeno quanto io amo il mio sogno realizzato.

Proprio per questo non capisco tante cose del momento che stiamo attraversando, o forse mi è tutto talmente chiaro che è arrivato il momento di ribadire certi concetti. Il Verona è in Serie A, sta lottando per la salvezza insieme ad altri club. Può vantare, bilanci alla mano, la migliore gestione economica da molti anni a questa parte.

Mi sono stancato di leggere continue falsità, scritte da persone che non conosco e che non sanno nemmeno chi io sia, che non conoscono me, la mia famiglia e la mia storia. Dal mio primo giorno a Verona ho sempre detto una cosa: io devo fare in modo che questa Società cresca patrimonialmente e dal punto di vista tecnico, cominciando dal Settore Giovanile.

La strada è quella giusta, come dimostrano i vari Danzi, Fares, Tupta, Zaccagni, prodotti del nostro settore giovanile. Oppure gli investimenti Calvano e Valoti, arrivati giovanissimi, e le convocazioni nelle varie rappresentative nazionali di Kumbulla, Corradini, Agbugui, Florio, Coppola, Terracciano, Stefanec e di altri ragazzi gialloblù. E qui si ricollega il “modello Borussia Dortmund”: una società che era vicina al fallimento, proprio come quel Verona che mi venne ceduto, e che in 10 anni di percorso è cresciuta attraverso i propri giovani. La mia idea di calcio parte dal settore giovanile, fonte di sostentamento che ti può portare ad avere calciatori bravi, da far giocare in prima squadra a costi contenuti, o da vendere per reinvestirne i guadagni.

La mia idea di calcio mi porta allo scegliere figure professionali di livello e di indubbie qualità morali. Le falsità che leggo da mesi mi costringono a prendere provvedimenti. Siamo arrivati addirittura all’offesa nei miei confronti per bocca di persone che non ci sono più...il limite è superato.

Nella storia del Verona si sono alternati diversi presidenti e alcuni di questi hanno rischiato il fallimento economico per sostenere l’Hellas. Questa non è la mia filosofia, fare calcio così non mi interessa e l’ho detto fin dal primo giorno.

Viste le continue bugie che si scrivono nei miei confronti, non mi stupisco di come nessun imprenditore veronese di primo livello, si sia fatto avanti per rilevare l’Hellas.

Nell’ultimo periodo si parla del bilancio del Verona e di presunti dubbi sul nostro operato, per questo invito chiunque a venire, con il proprio commercialista, per controllare assieme, passo dopo passo, i nostri conti e la nostra situazione, anche per vedere come lavora in maniera seria e professionale il Club al suo interno. Tutti, dalla parte tecnica agli altri settori, lavorano ogni giorno in un clima surreale che non può essere solo figlio di risultati altalenanti.

Non farò mai calcio mettendo a rischio la mia azienda, il mio percorso di imprenditore, il Verona calcio. Per me i bilanci in regola sono il modo migliore di essere il presidente di questa società. Anche rischiando la retrocessione. Perché 115 anni di storia valgono molto di più di facili applausi. Noi paghiamo IVA, contributi, tasse e stipendi con regolarità e su questo non transigo in nome di nessun risultato sportivo. Ho come priorità la salvaguardia dello stipendio regolare dei 60 dipendenti che abbiamo, per loro e le loro famiglie. Ho come priorità la storia dell’Hellas. Vinceremo campionati e retrocederemo ancora. Ma tutto questo senza mai rischiare di scomparire, anche a costo di contestazioni o scarsa popolarità.

La mia priorità è mantenere un equilibrio, per evitare situazioni come quelle accadute a società non molto distanti da noi.

Il nostro è, oggi, uno dei bilanci fra i più sani della Serie A: questo è il mio compito. E ci siamo arrivati commettendo errori e sbagliando alcune decisioni, come è nella logica di chi lavora. Il calcio è cambiato: oggi l’autosufficienza economica, aumentando il fatturato passo dopo passo, rappresenta il nostro Scudetto. Volendo poi parlare del lato sportivo, i dati ci dicono che stiamo disputando il quarto campionato di Serie A negli ultimi cinque, oltre a due promozioni dalla Serie B. Solo due presidenti, nella storia dell’Hellas Verona, possono vantare più anni di massima serie di me. Abbiamo avuto i tre bomber più prolifici di sempre nella storia dell’Hellas e tutti hanno giocato con contratti firmati dal sottoscritto: Cacia, Pazzini, Toni. Ma di questi dati indiscutibili pare facile dimenticarsi.

Si possono criticare le scelte tecniche, sulle quali nemmeno io posso essere soddisfatto se non arriverà la permanenza in A, ma di sicuro va il mio enorme grazie a Filippo Fusco per aver amato l’Hellas come nessun altro direttore sportivo della mia gestione, mettendo davanti il bene del bilancio alla propria notorietà. Fusco non resterà a Verona come direttore sportivo ma resterà una persona che, come pochissime altre, ha fatto il bene di questa società e resterà una delle persone con cui posso dire di avere un rapporto vero in questo mondo fatto di “furbetti” che ho anche conosciuto da vicino.

Detto questo, il bene dell’Hellas, la difesa della massima serie, deve essere più forte di queste sciocche fazioni. Passeranno i presidenti, i dirigenti, gli allenatori ma non sarò io che cancellerò l’Hellas perché contestato in modo strumentale o goliardico. Per questo vi chiedo di aiutare questi ragazzi che devono mettercela tutta per farci restare in A. Non retrocederemo per colpa dei tifosi ma di sicuro possiamo salvarci con il vostro appoggio alla squadra dal primo minuto al novantesimo.

Tornando ai cosiddetti social o organi di informazione, alcuni non degni di simile dicitura, informo che non accetterò più falsità su di me, sulla mia famiglia, sulla mia società, sui miei dipendenti ed in generale su tutto quello che ruota intorno all’Hellas. Voglio bene al Verona, cerco di difendere questa società e darle un futuro. Sto provando a realizzare il nostro centro sportivo, il ‘nuovo’ Antistadio è realtà, una cosa importante per Verona e il Verona, ma questo evidentemente interessa poco. Osvaldo Bagnoli presidente onorario non è e non sarà mai un gesto per abbindolare la tifoseria. Non sono il tipo, non mi interessano gli applausi. Ho rispetto per la storia e per le persone che hanno dato tanto all’Hellas. Una delle prime cose da presidente che feci fu di regalare due abbonamenti al mister Bagnoli senza che la cosa fosse di impatto mediatico ma, dal cuore, sentivo e sento il bisogno di portare rispetto alla storia e alla gente del club che orgogliosamente presiedo.

Ho voluto scrivere il mio pensiero perché mi piacerebbe che questi ultimi mesi di campionato siano dedicati a sostenere la squadra per raggiungere l’obiettivo di tutti: la salvezza. Se saremo bravi rimarremo in Serie A, in caso contrario ripartiremo dalla Serie B, ma sempre a testa alta e senza rischiare di sparire. “Born to tribular”, diceva quella maglietta, e di sicuro ci sarà da “tribulare” per rimanere in A.

Non amo apparire, sia che si vinca, sia che si perda, e molti mi criticano per questo. Io non cambio ciò che sono per opportunismo o per prendere in giro i tifosi recitando una parte.

Sono da sempre a disposizione, molto più avvicinabile di quello che vogliono raccontarvi. Non faccio nessun passo indietro e non per sfida verso i tifosi, ho letto anche questo, ma perché non ho nessun segreto e nulla di cui vergognarmi.

Per questa ragione, perché alle parole preferisco da sempre i fatti, chiunque voglia chiedere chiarimenti, spiegazioni, capire dove va il nostro amato Hellas può scrivermi a presidenteonline@hellasverona.it.

Non ho la presunzione di risolvere il momento con questa iniziativa ma ho la certezza che chi ha interrogativi o dubbi, avrà le risposte chiare senza filtro, stravolgimenti, campagne per favorire chicchessia.

Voglio dare la possibilità a chiunque di sapere la verità su tutto ciò che è Hellas.

Voglio che chi ama l’Hellas porti il suo contributo per centrare la salvezza. Perché passano tutti, ma il Verona resta. 

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