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Hellas Verona, parola a Maurizio Setti: "Non mi vergogno se vado in B"

Il numero 1 del club scaligero parla dell'attuale situazione della squadra e della società, rispondendo anche ad alcune critiche giudicate "denigratorie": "Il futuro? Sto lavorando per rimanere in Serie A"

"Mi ero ripromesso di non parlare fino a fine stagione, purtroppo il percorso sportivo non ci sta dando ragione, in certi momenti è giusto farsi sentire". Con queste parole il presidente dell'Hellas Verona Maurizio Setti ha inziato la conferenza stampa che si è tenuta alle 12 nella sede di via Belgio. 
Il Numero 1 scaligero si è presentato ai microfoni della stampa per chiarire la situazione del club e le sue intenzioni per il futuro, scongiurando le voci che parlavano di un possibile fallimento societario o del suo abbandono in caso di retrocessione. Ecco quindi le sue dichiarazioni riporate dal sito della società scaligera. 

NON MI VERGOGNO, ANDIAMO AVANTI!
"Sento e leggo tante cose, ma sfido chiunque a dire che non ho fatto le cose che dissi fin dalla prima intervista. Ci sono dei media che non dicono cose esatte, ritengo che siano fatti alcuni attacchi personali piuttosto che accuse sensate alla squadra, c’è chi ci dice di vergognarci senza la cultura di costruire ma di rompere e di dare fastidio, questo è un po’ denigrante, soprattutto se pensiamo a quello che abbiamo fatto da quando siamo arrivati in città: abbiamo creato un Settore Giovanile prima inesistente, tanto per dirne una. Non mi devo vergognare se vado in Serie B, la vera vergogna sarebbe far fallire la società, ma noi andremo avanti a costruire. Il fallimento sportivo ci può stare, il campionato lo vince una squadra sola, dal secondo posto in poi bisogna fare mea culpa, ma il bello dello sport è che ti dà sempre un’altra possibilità. Al di là del risultato sportivo, se si guarda l’impegno non si può dire niente, esorto i ragazzi a liberare la testa, poi a fine campionato tireremo le somme. Cercheremo di andare avanti, se poi non arriverà la salvezza sarà meno bello, ma la consapevolezza di tutto ciò che abbiamo fatto in questi anni è motivo di orgoglio. Siamo aperti a qualsiasi tipo di collaborazione, ma sono ancora qua da solo, va bene così. Mi sono fatto tatuare i colori dell’Hellas perché quando faccio una cosa la faccio con impegno, sarò un piccolo imprenditore ma ho sempre fatto le cose a modo mio. Metterò altri soldi per il bene di questa società, il Verona deve lottare per rimanere in A".

IL MERCATO
"Marquez? E’ stato un mio errore consigliare di prenderlo, quest’anno ha reso meno dell’anno scorso. Pazzini? E’ stato un acquisto fatto mettendomi seduto ad un tavolo insieme al Direttore Sportivo e a Mandorlini, il mister fu chiaro fin da subito. Ha spiegato che avrebbe giocato con una sola punta centrale e che ci sarebbe stato posto per Toni e Pazzini insieme solo in alcuni casi. Poi Toni si è fatto male e questa possibilità è sfumata. Il giocatore si è messo a disposizione, ho dato una certezza al Verona: se si fosse fatto male Toni avrei avuto a disposizione un attaccante che aveva già fatto più di 100 gol in Serie A, siamo stati bravi a portare a casa un calciatore con del potenziale. Viviani? Quando l’abbiamo ingaggiato non aveva la pubalgia ma aveva problemi alla caviglia di cui eravamo a conoscenza, ha sforzato per giocare la finale degli Europei Under 21. Romulo sembrava recuperato, poi ancora una ricaduta, lui è stato un acquisto molto importante. Abbiamo una buona base per la B, in caso cercheremo degli innesti. Il mercato di gennaio? Cercheremo di migliorare la difesa, con un italiano possibilmente, abbiamo già preso un esterno, Emanuelson, e cercheremo anche un attaccante. Verona è una piazza che attira, ma chi viene qui deve sapere che ci sarà da lottare e soffrire".

IL FUTURO
"Il futuro? Sto lavorando per rimanere in Serie A, la percentuale è bassa ma non ci siamo arresi. Anche altri imprenditori come Pozzo e Garrone sono dovuti retrocedere, non c’è vergogna in questo, non si cancella quello che è stato fatto. Stiamo facendo crescere tanti ragazzi, di questo sono contento, mi piacerebbe che quello che abbiamo costruito non venga buttato via, questo creerebbe danno al Verona e ai nostri tifosi. Se fosse Serie B? I progetti rimangono tutti in piedi, si va avanti. Solo 8 punti dopo 19 partite? Sono stati fatti errori, quando dico che non abbiamo mai lavorato bene come quest’anno a livello societario è la verità, abbiamo un’organizzazione da top club, tutti gli acquisti hanno avuto l’ok dell’allenatore, l’errore c’è per forza, altrimenti non avremmo così pochi punti. Sparare su Mandorlini sarebbe troppo facile, ha fatto 5 anni ad alti livelli. Abbiamo tutti quanti delle colpe, poi c’è anche il capitolo infortuni, ci sono stati momenti in cui avevamo 5 titolari infortunati, abbiamo dovuto chiamare i giovani della Primavera. Troppo facile dire di cambiare Mandorlini prima, ho sempre creduto nel dialogo e ho visto che voleva provarci ancora, così gli ho dato altre 2 o 3 partite. Come attenuante c’erano gli infortuni a catena e poi sapevo che lui avrebbe dato anche il sangue per il Verona. Ad ognuno il suo ruolo, se il mister aveva dato fiducia a Gomez allora si gioca con Gomez, forse non ha avuto la forza di cambiare modulo, ma in un momento di grandissima difficoltà non avevamo un centravanti. Delneri? In lui ho trovato un professionista serio con tantissima voglia di lavorare e uno staff importante, in lui ho trovato un modo di lavorare che mi piace molto. I test fatti con Mandorlini davano risultati migliorativi, ora Delneri fa test diversi basati sull’intensità, ora siamo all’85% della capacità della squadra. Non abbiamo ancora vinto ma non possiamo vivere in funzione degli 8 punti. Speriamo che rimanga anche il prossimo anno, anche se sarà Serie B".

I TIFOSI
"I nostri tifosi sono spaziali, da pelle d’oca, averli è privilegio che pochi in Serie A possono vantare, sono loro i veri vincitori del torneo fino a qua".

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