rotate-mobile
Sport

L'Hellas cade anche a Genova e per la salvezza ora serve un miracolo

Andata subito sotto dopo un buon inizio, la squadra di Pecchia si è spenta fino al finale del primo tempo, dove ha sfiorato il pareggio agguantato dal dischetto, poi il gol dell'ex di Bessa e il pallonetto di Pandev hanno firmato la condanna degli scaligeri

È probabilmente una sconfitta decisiva quella che ha subito l'Hellas Verona allo stadio Ferraris nella serata di lunedì, con il Genoa che si è imposto per 3-1 nel finale, dopo essere stato raggiunto a metà ripresa. 
Ai gialloblu serviva una vittoria per riagganciare il treno salvezza e l'inizio sembrava di quelli giusti per raggiungere l'obiettivo. Il primo tiro però è stato per i padroni di casa, con Medeiros che ha visto Nicolas parare la sua con conclusione dopo una palla persa del giovane Danzi. Ma è stata la squadra di Pecchia a sprecare la prima vera clamorosa occasione, con Fares che al 3' si è presentato davanti a Perin dopo una bella discesa sulla sinistra, ma anziché calciare ha preferito toccarla per Matos, che in spaccata non è riuscito ad impattare la sfera. Partita dunque apertissima fin dai primi minuti, con ritmi alti e ribaltamenti di fronte. Per contro, la squadra di Pecchia ha mostrato subito le prime crepe in fase difensiva, con Bearzotti e Romulo in difficoltà su Laxalt, che al 7' ha toccato per Medeiros che dal limite ha avuto tutto il tempo di prendere la mira e infilare Nicolas, senza che nessun difensore facesse quei due passi in avanti necessari a chiuderlo. 
In svantaggio l'Hellas ha accusato il colpo, incappando ancora nei soliti errori al fraseggio (nonostante la buona prova di Danzi) e nell'atteggiamento. I ritmi infatti sono calati sempre più e i gialloblu hanno fatto fatica a rendersi pericolosi, soprattutto a causa dello scarso movimento senza palla e delle idee ancora confuse sul cosa fare in fase offensiva, mentre i padroni di casa riuscivano ad amministrare bene la situazione e a far "ballare" la retroguardia avversaria. Al 32' ci ha provato Cerci a dare la scossa, ma il suo tiro velleitario non ha impesierito Perin. 
Solo nel finale dei primi 45 minuti gli scaligeri sono tornati ad insidiare la porta del Grifone, con una punizione velenosa di Romulo al 42' che è stata respinta dalla difesa e soprattutto con l'occasione sciupata dall'italobrasiliano al 45', quando il pallone gli è carambolato sulla testa con Perin fuori causa: il capitano veronese però era già troppo avanti e non ha potuto indirizzare al meglio la sua incornata, che è terminata sopra la traversa. 

LA CRONACA E IL TABELLINO

Nella ripresa il Verona ha ricominciato ad attaccare, rischiando spesso in difesa nella fretta di agguantare il pareggio. Al 48' ci ha provato Fares da fuori e al 50' Cerci, senza fortuna, mentre al 53' la bella rovesciata di Lapadula è finita di pochissimo a lato. La squadra di Pecchia però ha iniziato a salire di concentrazione e, pur restando piuttosto confusionaria nella manovra, ha inizato a portare una pressione importante sugli avversari, che non hanno comunque rinunciato a pungere in velocità. Così al 54' Cerci, in scivolata su Perin, quasi non è riuscito a servire un compagno, anticipato da Biraschi, mentre ancora Lapadula un minuto dopo ha mandato a spasso due uomini in area, per vedere il proprio tentativo respinto da Caracciolo. Dopo un prima metà di gara piuttosto in ombra, il numero 10 del Verona ha provato a regalare qualche colpo e dopo una bella azione, al 57' ha servito vicino alla porta Valoti che però ha calciato male, mentre al 60' ha avviato l'azione che ha portato Romulo a servire Matos solo in area, che frettolosamente ha calciato di prima sciupando tutto. 
Più in palla e aggressiva, la formazione di Pecchia ha continuato a spingere e al 64' il mani in area di Hiljemark su tiro di Cerci ha mandato Romulo dal dischetto: il numero 2 non ha sbagliato e il match è tornato un parità. Con Verde e Petkovic per Souprayen e Matos, il tecnico degli scaligeri ha schierato una squadra a trazione anteriore per cercare la vittoria. Troppo frettolosi però negli ultimi metri, i gialloblu hanno ricominciato a soffrire dietro e dopo un tiro deviato di Laxalt dall'interno dell'area (73') e un colpo di testa fuori di Lapadula (77'), i rossoblu sono tornati in vantaggio. Libero di crossare dalla trequarti destra (ancora una volta nessuno ha fatto opposizione), Laxalt al 78' ha trovato in area Lapadula che in acrobazia non ha centrato la porta, la sfera però è stata raccolta da Lazovic che ha servito Bessa solo in area, per il più amaro dei gol dell'ex. 
Tutto in avanti e con Lee in campo, il Verona ha giocato il tutto per tutto e dopo una bella girata di Laxalt neutralizzata da Nicolas, Caracciolo si è trovato il pallone buono in area avversaria, ma anziché calciare in porta ha preferito cercare un improbabile passaggio. Al 93' poi è arrivata la gemma di Pandev, che con un pallonetto dal limite ha messo la parola fine al match e probabilmente anche alle speranze di salvezza degli scaligeri. 

È stato a tratti un buon Verona quello visto al Ferraris, soprattutto nel secondo tempo, che però non è riuscito a liberarsi dei problemi che lo affliggono da inizio anno. Dopo un inizio con l'acceleratore schiacciato, i gialloblu sono andati sotto per l'ennesima pessima giocata difensiva, con un uomo lasciato libero di calciare dal limite (cosa già accaduta in questo campionato) e hanno poi faticato a ritrovare la foga dei primi minuti. Per larghi tratti del primo tempo si è vista una squadra che non attaccava gli spazi, non si muoveva senza palla e non gli andava neppure incontro, rendendo così pressoché impossibile creare occasioni da rete, mentre la difesa continuava a vacillare. La personalità messa in campo da Danzi non è bastata per rivitalizzare in quei frangenti il centrocampo, mentre nella ripresa il giovane è calato alla distaza. 
Meglio il secondo tempo con qualche movimento ben fatto che ha messo in difficoltà la retroguardia ospite, ma l'eccessiva fretta e le scarse idee di gioco hanno impedito agli scaligeri di raccogliere quanto meritavano, se non altro per la grinta messa in campo. E se parliamo di grinta, in questa partita avrebbe fatto molto comodo avere in campo Franco Zuculini, soprattutto nell'ultima mezzora, quando serviva pressare alti gli avversari e metterli alle corde.
Anche oggi infine si è sentita l'assenza di una vera punta, capace di segnare e far rifiatare la squadra, mentre il gol di Bessa è sembrato un vero schiaffo al disastroso calciomercato invernale fatto dalla società, difeso da Fusco e Pecchia fino allo stremo nonostante le evidenti lacune
Resta il fatto che i punti di distanza dal quartultimo posto ora sono 6 con 4 gare alla fine (Spal, Milan, Udinese e Juventus): i miracoli nel calcio possono sempre accadere, ma l'impressione è che per questo Hellas sia oramai troppo tardi. 
 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

L'Hellas cade anche a Genova e per la salvezza ora serve un miracolo

VeronaSera è in caricamento