Di Carlo blasfemo, nuova macchia sul Chievo
Il tecnico la prima vittima della norma. Graziato Marcolini "invocava Diaz"
I gialloblù sono un esempio di correttezza e sportività, di stile e signorilità, ma prima il polverone alzato dal calciatore nerazzurro, che al termine dell’incontro Chievo-Inter dello scorso dicembre aveva dichiarato: “Ogni volta che vengo qui a Verona mi rendo conto che questo pubblico mi fa sempre più schifo", riferendosi ad alcuni fischi piovuti su di lui dalla curva nord del Bentegodi, e questa presunta “blasfemia”di Di Carlo macchiano la reputazione dei gialloblù.
Mario Balotelli, autore del gol-partita che aveva steso il Chievo, si era lamentato dei tifosi veronesi che, secondo lui, lo avrebbero contestato ed è stato proprio lui, alle telecamere di Sky, glissando velocemente sulla sua rete, a voler denunciare il clima a lui ostile nella città veneta. "Tutto questo è inaccettabile".
Di Carlo, diversamente, è incappato nella squalifica perché "al 3' del secondo tempo" ha "proferito un'espressione blasfema". L'infrazione è stata "rilevata da un collaboratore della Procura federale". Nessuna squalifica, invece, per Michele Marcolini, che, espulso, lasciando il campo, "proferiva apparentemente un'espressione gergale, in uso nel Triveneto ed in Lombardia, con becero riferimento a 'Diaz' e non a Dio". Certo che il presidente Campedelli non sarà contento che attorno alla sua società nascano queste polemiche.