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Calcioscommesse: in casa Chievo i nervi rimangono tesi

Intanto Palazzi continua nella sue serie di interrogatori

Continua a nervi tesi il luglio del Chievo. Il quotidiano sportivo Tuttosport ha raccontanto di un Luca Campedelli rabbuiato al termine dell'interrogatorio di lunedì. Il presidente avrebbe anche detto la frase: "Che cosa ne so io se i calciatori della mia squadra scommettono". Se la frase fosse stata pronunciata davvero avrebbe poco valore in ambito processuale e decisionale della Figc.

Esiste infatti la responsabilità oggettiva per la quale il non conoscere non può valere come giustificazione e il club, nel caso fosse accertato che davvero ci sono state scommesse da parte di alcuni dei suoi tesserati, dovrebbe rispondere direttamente con sanzioni o potenziali penalizzazioni.

Intanto a proposito del calcioscommesse è arrivata una precisazione da parte dell'avvocato di Sergio Pellissier.: "L'attaccante del Chievo, così come certificato dalla Procura di Cremona, non è indagato nella vicenda calcioscomesse e contrariamente a quanto paventato da alcuni organi di informazione, è del tutto estraneo alla situazione. Il calciatore, a tutela della propria immagine, si riserva di agire legalmente nei confronti di chi ha diffuso notizie in tal senso", ha detto Luciano Ruggiero. Il nome di Pellissier era stato chiamato in causa da Massimo Erodiani nelle intercettazioni che lo riguardavano.

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