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Virtus Verona, è Marchi il colpo del centenario. Esperienza e gol per la squadra di Fresco

Presentato il nuovo centravanti rossoblù, arrivato dalla Reggiana: «Virtus grande opportunità, ho trovato una famiglia. Salvezza o titolo? Stesse soddisfazioni»

È stato presentato, al Centro Isokinetic di Verona, l'ultimo acquisto della campagna di calciomercato estiva targata Virtus Verona.

Si tratta dell'attaccante classe 1989 Mattia Marchi, ufficializzato il giorno stesso della chiusura delle trattative. La scorsa stagione in prestito al Südtirol, ha giocato per quindici anni nel calcio professionistico, militando in diverse squadre. Un giocatore preso dalla dirigenza rossoblù per dare peso ed esperienza al comparto avanzato.

Ecco le principali dichiarazioni del nuovo acquisto rossoblù, definito dal vice-presidente De Paolis come il grande colpo dell'anno del centenario:

«Cosa mi ha spinto a venire alla Virtus? Se devo essere sincero fino all'ultimo pensavo di rimanere alla Reggiana, poi ci sono state delle cose che hanno cambiato le sorti di questa scelta. Una decisione che ho preso comunque con convinzione, perché la reputo per me una grande opportunità. Impatto? Sono qui da una settimana, però ho avuto da subito sensazioni molto positive con mister, staff e ambiente in generale. Ho visto un gruppo giovane in cui si lavora tanto. Mi sembra di essere entrato in una grande famiglia, perciò non mi spaventa lavorare con i giovani, anche perché mi sento giovane anche io (ride, ndr). E poi loro portano sempre grande entusiasmo e grande voglia di lavorare e giocare, che è la cosa che più conta. Le mie caratteristiche? Sono sempre stato un attaccante di movimento, quindi di attacco della profondità e del secondo palo, oltre a fare il lavoro di sacrificio per la squadra. Per le altre qualità spero che parli sempre il campo. Collocazione tattica? Per il momento ci siamo sempre allenati con due punte. Come interpreto questa nuova avventura? Ho vinto tre campionati, ma ho giocato spesso anche per salvarmi. So benissimo che tipo di situazione ci sia in questa categoria, non è semplice, anche perché si vanno incontro a diversi ostacoli durante la stagione. E questa è una cosa che mi carica e mi piace tanto. Qui si ha tutto quello che si deve avere per fare le cose fatte bene. Io credo tanto nel lavoro, infatti le migliori soddisfazioni sono state raggiunte quando c'era un gruppo solido e compatto che lavorava bene. Senza gruppo non si raggiunge nessun tipo di obiettivo, e per noi può nascere un bel gruppo. Idolo? Francesco Totti, ma con me c'entra poco. Da ragazzino mi ispiravo a Vieri, mi piaceva il suo modo di giocare».

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