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Venerdì, 2 Giugno 2023
Calcio

Simeone, poker d'autore: «Il pianto di felicità del nostro magazziniere la gioia più grande. Lazio? Ho guardato il film di Rocky per caricarmi»

L'attaccante dell'Hellas, protagonista con quattro gol nella sfida del Bentegodi vinta contro i biancocelesti: «Siamo come una famiglia qui, tifosi fantastici. Caprari? C'è sintonia. Vogliamo arrivare alla salvezza»

Giovanni Simeone, attaccante dell'Hellas Verona, è stato intervistato da La Gazzetta dello Sport dopo i quattro gol segnati alla Lazio.

Queste le parole del centravanti argentino, che è entrato nella storia gialloblù come uno degli unici due giocatori ad aver realizzato almeno quattro reti in un singolo match di Serie A, insieme a Del Vecchio (cinque contro la Sampdoria nel 1958).

«La gioia più grande? Vedere il magazziniere, Antonio, che si è emozionato, si è messo a piangere e mi ha abbracciato. È stato davvero toccante, siamo come una famiglia qui. E poi i tifosi, raramente ho visto un pubblico così caldo. Fantastico. Il più bel gol dei quattro? Il secondo ma per me vince il quarto di testa, perché ho detto a me stesso che potevo andare oltre. Di solito dopo una tripletta uno si accontenta. Io volevo di più e ho superato il mio limite. Certo, il cross di Faraoni era perfetto. Papà Diego? Era molto felice. Mi ha scritto che ho fatto la miglior partita della mia carriera. Ha detto: “Non ti ho mai visto così. Al di là dei gol, non hai perso palloni e hai aiutato sempre i compagni”.

Cos'è successo la mattina della gara contro la Lazio? Mi sono alzato con un po' di mal di schiena, poi ho fatto i miei giochi di concentrazione sul computer. La cosa buona è che ho capito di non essere nello stato psicofisico giusto e ho lavorato per arrivare alla partita meglio possibile. Poi ho guardato un film di Rocky, lo faccio sempre quando ho bisogno di una carica extra.

Caprari? Con lui mi trovo molto bene perché è un grande giocatore e si sta prendendo la vetrina che si merita. Ma a parte questo, è anche una persona molto brava e tranquilla, ha la stessa mia sintonia e questo ci fa stare bene insieme anche fuori dal campo. Mi sento molto bene anche con Kalinic e Lasagna. E comunque mi sono inserito facilmente perché ho trovato uno zoccolo duro di giocatori dalla mentalità straordinaria e spirito di sacrificio e noi punte ne beneficiamo.

Dove vogliamo arrivare? Sempre nello stesso posto: alla salvezza. Quando sono arrivato, prima di dirmi ciao mi hanno detto: dobbiamo salvarci. Alla fine vedremo dove sarà arrivato il Verona e dove Simeone».

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