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Parola a Orfei, "Il Barone" specialista delle promozioni: «Con Tudor ho rivisto il Verona aggressivo di Juric. Torino piazza eccezionale»

In esclusiva per VeronaSera tre domande all'ex difensore di Torino e Hellas, tra le altre, e attuale allenatore del PescantinaSettimo. Un palmarès che vanta tre salti in Serie A e uno scudetto Primavera con la sua Lazio

Giovanni Orfei, ex difensore e attuale tecnico del PescantinaSettimo in Eccellenza, ha vestito diverse maglie nella sua lunga carriera da calciatore.

"Il Barone", com'è soprannominato, ha conquistato tre promozioni in Serie A con Reggiana (1996), Modena (2002) e Torino (2006). Oltre a questo, ha vinto anche uno scudetto con la Primavera della Lazio (1995), squadra in cui è cresciuto e per la quale ha sempre fatto il tifo.

Prima di chiudere la sua esperienza sul campo con la Sambonifacese, nella stagione 2007/2008 ha giocato anche nell'Hellas Verona, formazione nella quale è passato dalla Salernitana e di cui è stato eletto capitano nel giro di qualche mese.

Affezionato sia alla piazza granata che a quella scaligera, Orfei ha risposto in esclusiva per VeronaSera a tre domande, principalmente legate alle due società:

Juric al Torino. Decisione che condividi?

«Il Torino è una piazza eccezionale. Spiegarlo a parole è difficile, uno ci deve giocare o allenare. Dal di fuori non si capisce, tutta la storia che c'è la provi quando sei lì, e te la fanno sentire e pesare tutti i giorni. Credo che Juric abbia fatto la scelta giusta, la società granata può permettergli di fare uno step in più. Conosco le ambizioni del Club e penso che lui abbia fatto bene ad andare lì».

Sul fronte Hellas, come valuti l'esonero di Di Francesco e la scelta di Tudor?

«Penso che il Verona per fare risultato debba giocare in una sola maniera, cioè aggressivo, portando avanti il lavoro fatto da Juric. In altri modi, per come è costruita la squadra, la vedo difficile. Sinceramente non so cosa possa essere successo con Di Francesco, mi sembra strano l'esonero dopo tre partite: parliamo di un presidente che fa fatica a mandare via gli allenatori, vedi Pecchia. Lui è stato anche sfortunato, perché non meritava di perderle tutte, non capisco perché non sia riuscito a fare bene. Alla fine però nel cambio ha avuto ragione la società, perché Tudor ha totalmente trasformato la squadra».

Come hai visto il Verona in questo avvio e come lo vedi quest'anno?

«Con l'Hellas di Di Francesco ho visto un atteggiamento diverso rispetto a quello precedente di Juric, ma ci sta perché è un allenatore che ha un'altra mentalità e propone un calcio meno aggressivo e più tecnico. Adesso il Verona lo vedo bene, lo rivedo come nell'ultimo biennio: combattente, aggressivo, che vuole vincere contro chiunque e non ha paura di nessuno. Ci sono delle squadre dove tu non puoi cambiare il modo di giocare, e Verona e Torino sono due di queste. Lo dice la storia e per me così devono andare avanti».

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