Ministero della Salute, approvato il protocollo "Return To Play"
La Commissione Tecnica ha approvato la Circolare per la ripresa dell'attività sportiva degli atleti agonisti guariti dal Covid: prevede anche una riduzione degli accertamenti sanitari necessari per i non professionisti
Nella giornata di martedì, 18 gennaio, la commissione tecnica del Ministero della Salute ha approvato all'unanimità la Circolare per la ripresa dell'attività sportiva degli atleti agonisti guariti dal Covid.
La Circolare, basata sul protocollo "Return To Play" della Federazione Medico Sportiva Italiana (FMSI), riduce gli esami sanitari per il ritorno all'attività. Il nuovo regolamento va incontro specialmente alle esigenze delle società e degli atleti al di sotto dei 40 anni, che adesso non dovranno più aspettare 30 giorni dal momento della negativizzazione per fare la visita medico-sportiva, ma bensì 7 giorni (con ciclo vaccinale completo). Inoltre, l'aggiornamento della Circolare prevede una significativa riduzione degli accertamenti sanitari necessari per il ritorno in sicurezza all'attività sportiva degli atleti agonisti non professionisti. Per gli atleti asintomatici o paucisintomatici, è necessario solamente un ECG di base ed un test da sforzo, protocollo uguale a quanto effettuato durante la visita medica di idoneità agonistica, e non è più necessario eseguire la spirometria e l'Ecocardiogramma Color Doppler. Per gli atleti d'interesse nazionale o internazionale asintomatici o paucisintomatici, è necessario eseguire un solo test ergometrico massimale ed un Ecocardiogramma Color Doppler, e non è più necessario eseguire la spirometria, l'ECG Holter e altri esami che erano previsti finora. Più severo invece il controllo sugli atleti al rientro da malattia sintomatica moderata o grave, per cui vengono disposti oltre agli accertamenti di base, anche esame spirometrico ed esami ematochimici, oltre ad eventuale visita specialistica di riferimento.
In generale ci sarà, comunque, una notevolissima diminuzione del carico di esami sul servizio sanitario nazionale ed una conseguente forte riduzione dei costi per gli utenti.