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Hellas, Sogliano fa il punto: «Dopo undici ultime spiagge i punti non bastano, ma serve rimanere uniti nelle difficoltà»

Il direttore sportivo del Verona in conferenza stampa: «Siamo consapevoli dei nostri limiti ed è importante avere lucidità: i ragazzi ce la stanno mettendo tutta, dobbiamo vivere gli ostacoli e continuare ad affrontarli»

Dopo la partita pareggiata con il Monza, Sean Sogliano ha parlato in conferenza stampa per fare il punto della situazione sulla rincorsa salvezza.

Queste le principali dichiarazioni rilasciate nella giornata di ieri, mercoledì 15 marzo, dal direttore sportivo dell'Hellas Verona, e riportate sul sito ufficiale della società gialloblù:

Direttore ci racconta come state vivendo questo momento delicato per il Verona? «Certo, sinceramente credo che ogni tanto sia giusto spiegare i momenti e i periodi che si vivono, e oggi sono qui per questo. Comincio sottolineando la criticità della nostra situazione di partenza. Dalla ripresa del campionato sono passate undici partite, che per noi sono state undici ultime spiagge. Giustamente ho letto che la partita di domenica contro la Sampdoria sarà decisiva, ma credo che finora lo siano state tutte quelle che abbiamo giocato da gennaio in poi. Abbiamo speso molto, e penso che la squadra abbia dato tutto. Siamo consapevoli dei nostri limiti, delle difficoltà, ma questa è una squadra che ha dimostrato di aver ritrovato orgoglio, e grazie all'orgoglio ha guadagnato 14 punti, che non sono pochi, ma che non bastano ancora. Sicuramente è una situazione dura da accettare: la nostra sarebbe una media ottima per una squadra con l'obiettivo di salvarsi, ma in questa situazione purtroppo non bastano. È una realtà che a volte ci deprime, sia noi che i tifosi, ma è importante mantenere lucidità: questi ragazzi ce la stanno mettendo tutta, dobbiamo vivere nelle difficoltà e continuare ad affrontarle».

C'è qualche partita che considera un rimpianto? «Sinceramente sì. Noi abbiamo l'abitudine di riguardarle tutte, e sinceramente io le rivivo più volte nella testa. Penso che qualche punto l'abbiamo lasciato per strada, ma oggi non possiamo focalizzarci su questo: per le difficoltà che stiamo attraversando abbiamo bisogno di un ambiente che solo Verona sa dare. Qualche rammarico ce l'ho anche per partite che non abbiamo giocato noi. È vero che dobbiamo guardare solo a noi stessi, ma nella realtà non è semplice fare solo questo. Possiamo pensare solo a noi e andremo avanti facendo questo».

Pensa che la corsa sia da fare solo sullo Spezia o anche su altre squadre? «È un campionato particolare. L'inizio di stagione è stato negativo, e quest'anno diverse squadre, che come noi hanno l'obiettivo di salvarsi, hanno fatto molti punti nel girone d'andata. È difficile capire quello che può succedere ora: ogni settimana ci sono previsioni diverse. Mancano ancora 12 partite, un terzo del campionato, penso non sia facile oggi capire se qualche squadra può mollare o meno, ma in ogni caso siamo più legati ai punti che dobbiamo fare noi».

Quanto ci sta mettendo di personale? «Senza metterci del personale penso che non farei questo lavoro nel modo giusto. Sono consapevole di non poter piacere forse a tutti, ma questo è il mio modo di interpretare questo mestiere. Conosco la situazione di partenza che ho trovato qui quando sono arrivato, conosco i problemi che ci sono, ma anche in queste difficoltà l'unica cosa che non tollero è non avere dignità professionale e orgoglio. Tutti sbagliamo, ma senza dubbio tutti stiamo provando a fare qualcosa di difficile. Possiamo chiedere alla squadra di fare meglio, di dare il massimo in ogni gara, ma non di fare ciò che non è stato fatto prima».

Quella di domenica sarà una partita da giocare anche sui nervi, ma questa è una squadra che ha perso un po' di morale? «A livello nervoso abbiamo speso tanto nelle ultime undici partite. Siamo in difficoltà da questo punto di vista, ed è una pesantezza che ricade anche sul piano fisico. Abbiamo voglia di ritornare a essere una squadra che corre più degli altri, che è più cattiva degli altri e che sa anche giocare a calcio. Non è semplice, ribadisco che sappiamo di essere in difficoltà. Sembrava quasi una rimonta riuscita, quindi sul piano mentale non è stato semplice ritornare a meno cinque: a livello nervoso è stato un colpo accusato da tutti. In questo momento però dobbiamo avere la forza di ripartire».

Che partita sarà domenica? «Sarà una sfida molto difficile, in uno stadio dove il fattore campo esiste, ma sono sicuro che i nostri tifosi ci aiuteranno. Nella sosta poi avremo forse la possibilità di recuperare, ma in questi giorni non abbiamo tempo per farlo. Il mister dovrà scegliere l'undici più pronto possibile, giocatori che hanno voglia e energia mentale per affrontare un match così».

Cosa serve per avere 'fede' in questa rimonta? «Penso che dovremo essere in grado di dare tutto quello che abbiamo. Personalmente ho vissuto qui tre anni molto belli in passato, ma credo che nelle situazioni bisogna saperci stare anche quando le cose vanno male, bisogna sapere andare avanti anche senza i risultati. Credo che soprattutto nelle difficoltà emergano le persone che hanno quel qualcosa in più, che sanno stare nelle difficoltà, come dovremo saperci stare tutti. Dobbiamo dimostrare orgoglio: chi va in campo sa di indossare una maglia importante. Sono convinto che quando si va in mezzo alla gente bisogna sempre avere orgoglio, avere la consapevolezza di aver dato il massimo, sia quando si vince che quando si perde. Noi abbiamo bisogno del contatto con i tifosi, che a volte dimostrano di essere anche caratterialmente più forti di noi».

Quanto pesano i rientri di Djuric e di Verdi? «In questo momento non abbiamo un giocatore singolo che può fare la differenza, e abbiamo bisogno di tutti proprio per questo motivo, della voglia di tutti di dimostrare qualcosa. Con Verdi sono stato molto chiaro: doveva andare via perché in questi mesi passati al Verona lui si aspettava cose diverse, e probabilmente anche noi. Si aspettava di fare un campionato dove le sue qualità potessero emergere di più. Non ha inciso quando è entrato nelle ultime partite, ma se il mister ha deciso di farlo giocare titolare domenica è perché in settimana ha dimostrato tanto, si è conquistato quella maglia. Siamo contenti che abbia segnato domenica e che abbia dimostrato che sta bene: può darci una mano nelle prossime partite».

Cosa pensa di qualche fischio sentito domenica dello stadio? «Non mi dà fastidio, so che è un momento difficile e che chi viene allo stadio esprime a suo modo ciò che sente dentro. Conosco i nostri tifosi, so quanto ci tengono, so che hanno sempre avuto la forza di andare avanti nonostante i risultati. Sanno che in questo momento devono esserci. Se abbiamo una speranza è insieme a loro».

Il presidente Setti come sta vivendo questo momento? «Siamo sempre in contatto. Penso che il presidente in questo momento la viva più da tifoso che da presidente. Dal punto di vista sentimentale ragiona come fosse un tifoso. Penso che il primo che non si aspettasse un'annata così sia lui, ma in questo momento bisogna restare lucidi. Il mio ruolo mi permette di restare più distaccato, e il mio pensiero è quello che in questo momento serva restare uniti nelle difficoltà».

C'è ancora la scintilla che si era scatenata all'inizio di questa rincorsa? «Sono convinto che quella scintilla ci abbia fatto fare 14 punti, che però sappiamo non bastare. Mancano ancora 12 partite e questa scintilla deve diventare qualcosa di più: deve diventare un fuoco e per far sì che lo diventi dovremo essere più cattivi".

Si aspettava qualcosa di più da Gaich? «Dei giocatori che sono arrivati a gennaio, quello che stava meglio in allenamento era lui ed eravamo contenti di quello che stava facendo vedere. In questo momento paradossalmente quello che sta faticando di più, invece, è proprio lui. Probabilmente gli altri hanno beneficiato più di lui degli allenamenti fisici che hanno fatto. Ha un fisico diverso, e in questo momento non ha ancora la condizione per giocare come noi abbiamo bisogno. Quella contro il Monza penso sia stata l'unica partita dove non ha fatto bene, nelle altre ha dato il suo contributo alla squadra. Resto convinto che possa fare meglio».

Il suo parere sui nuovi arrivati a gennaio? «Il mercato di gennaio è un mercato particolare: può capitare che un giocatore si inserisca subito, mentre altri no. Sinceramente a me piacerebbe riacquistare anche qualche giocatore della vecchia guardia. Abbiamo bisogno che tutti diano il 100%, mi auguro che ci riescano».

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