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Hellas Verona, è iniziata l'era del Sogliano-bis: «Qui per costruire un'impresa tutti insieme»

Il nuovo direttore sportivo gialloblù, già in società dal 2012 al 2015: «Sono emozionato, forse ancora di più rispetto alla prima volta. Essere stato scelto dal presidente in questo momento per me è motivo d'orgoglio e un attestato di stima. Bocchetti? Conosce e applica bene il calcio dei suoi predecessori»

Approfittando dell'ampia sosta dedicata ai Mondiali, l'Hellas Verona ha nel frattempo dato il via alla propria rivoluzione interna, nella speranza di risollevare le sorti della squadra per la seconda parte di campionato.

La prima mossa della dirigenza è stata quella di far tornare alla base Sean Sogliano, già direttore sportivo tra il 2012 e il 2015, pronto a ricoprire nuovamente il ruolo e, soprattutto, a portare le sue idee per il mercato di gennaio. In sintonia con il presidente Maurizio Setti e il responsabile dell'area tecnica Francesco Marroccu, l'obiettivo sarà quello di cercare di trovare la giusta formula per guidare i gialloblù verso una complicata salvezza. Queste le parole del dirigente, presentato ufficialmente nella giornata di ieri, lunedì 21 novembre:

Direttore, quali sono le sue prime impressioni sul club che ritrova oggi dopo otto anni? «Sono senza dubbio emozionato di essere qui oggi, forse di più rispetto alla prima volta in cui arrivai a Verona. Quelli che ho vissuto in questo club sono stati tre anni molto belli, dei quali ho molti ricordi che mi porto dietro. Sono orgoglioso che il presidente Setti mi abbia richiamato in questo momento complesso per il club, credo sia un attestato di stima nei miei confronti. Quella che dovremo costruire in questi mesi sarà un'impresa, ma essere stato scelto proprio per un compito del genere per me è motivo d'orgoglio. Dopo la fine del mio contratto con il Verona ho intrapreso delle scelte anche scomode come professionista andando sempre a lavorare dove si poteva aver bisogno di me. Il presidente mi ha scelto perché mi conosce e sa come lavoro. Io in questo momento non vedo l'ora che la squadra torni per conoscere i ragazzi e per parlare con lo staff e con mister Bocchetti".

Che Presidente ha ritrovato? «In questi otto anni questa società è cresciuta tantissimo: quando sono arrivato non c'era nulla oltre la Prima Squadra, oggi intorno gravita una struttura organizzativa grande e complessa. Oggi l'Hellas Verona è una società consolidata e strutturata, dove si respira un’aria importante e con un presidente che dopo dieci anni ha acquisito ancora più esperienza. Credo sappia fare il proprio lavoro lavoro meglio di prima, che l'esperienza accumulata in questi anni senza dubbio lo aiuti. Sono orgoglioso e felice che mi abbia riportato qui dopo così tanto tempo».

Che idea si è fatto di questa squadra? «Ho seguito le ultime partite dell'Hellas e ho potuto vedere delle prestazioni valide di questa squadra, come contro Milan, Roma e Juventus. Quella che ho visto in campo è una squadra tutt'altro che morta. Credo che la principale differenza rispetto allo scorso anno sia nella fase offensiva: la scorsa stagione il Verona riusciva spesso a fare un gol in più degli avversari, aspetto che finora sta mancando. Negli altri reparti invece gli uomini sono pressoché gli stessi. In ogni caso attendo di valutare tutti i giocatori e di confrontarmi con loro nelle prossime settimane».

Come saranno divisi i compiti tra lei e Marroccu? «Io penso che al di là dei ruoli, la cosa più importante è che ognuno sia se stesso. Nella situazione in cui siamo penso che non possiamo concederci il lusso di pensare ognuno al proprio orticello: dobbiamo costruire un'impresa e per farlo è necessaria la collaborazione tra tutti, che sono sicuro non mancherà. Le decisioni che prenderò saranno sempre condivise con Marroccu e il presidente».

Ha già in mente cosa fare sul mercato di gennaio? «Credo che la situazione che stiamo vivendo sia anomala: molti direttori sportivi in questo momento sono in Qatar per i Mondiali, è un periodo difficile per il mercato da questo punto di vista. La nostra decisione è quella di parlare con mister Bocchetti, con lo staff e con i giocatori, di confrontarci e capire cosa possiamo migliorare. Ho le mie idee su questa rosa: il Verona è una squadra corre e che quindi si allena duramente. A volte succede che alcuni giocatori non rendano allo stesso modo per due anni consecutivi, non sempre si ha la forza mentale di reggere certi ritmi. Dovremo provare alcune soluzione, ascoltare le sensazioni che ci darà il campo».

Qual è la sua valutazione di mister Bocchetti per il futuro del Verona? «Bocchetti conosce il calcio dei suoi predecessori - Tudor e Juric - e lo applica. Credo che alcuni siano già in grado di interpretarlo, mentre altri non ancora. Il mio pensiero è che questo tipo di calcio se fatto, va eseguito dando il 100%, magari essendo un po' più scaltri in alcune situazioni e dinamiche. In ogni caso, in questo momento non ho parlato e non parlerò con nessun altro mister finché non avremo preso una decisione definitiva. Mancano 23 partite e dobbiamo pensare sfida dopo sfida: il nostro focus deve essere la partita di Torino, alla quale mancano 40 giorni. Non penso che ci siano partite specifiche che decretino la salvezza o la retrocessione: i punti a disposizione sono tanti, iniziamo a portarne a casa un po' e poi vedremo cosa accadrà».

Il suo ritorno è stato apprezzato dai tifosi: loro rappresentano una motivazione in più? «Il loro affetto senza dubbio mi dà molta gioia, ho sempre avuto un forte rapporto con la tifoseria. Non sono un grande comunicatore perché non amo parlare troppo, ma mi piace vedere i tifosi orgogliosi. Il pubblico conosce il momento di difficoltà che stiamo attraversando e sa cosa può fare per aiutarci. La squadra ha bisogno di loro, del dodicesimo uomo in campo».

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