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Hellas, il patron Setti: «Bella stagione e squadra forte, Tudor una sorpresa. D'Amico? Bisogna essere felici in due. Con l'Inter non tremeremo»

Il presidente gialloblù analizza la propria squadra e guarda con fiducia alla prossima sfida: «Per nulla stupito dei boom di Simeone e Caprari. Andremo a San Siro con l'idea di fare una gara importante. Loro sono i campioni d'Italia e avranno lo stadio pieno: questo ci piace, non abbiamo nulla da perdere»

«Credo che questa stagione sia la prima o la seconda - dopo il debutto in A - più bella della mia gestione. Come organizzazione di gioco, spettacolarità e risultati, di certo è la squadra plù bella. Siamo molto contenti perché l'obiettivo l'abbiamo raggiunto molto prima della fine. I record? Belli, interessanti, ma alla fine è nella continuità che si trovano le soddisfazioni».

Così il presidente dell'Hellas Verona, Maurizio Setti, ha parlato della felice stagione in corso nell'ntervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport. Soffermandosi sui singoli, ha poi aggiunto:

«Tudor? Era in linea con la nostra filosofia. E poi a inizio stagione era tra i papabili, l'avevamo glà studiato e analizzato. C'era bisogno di concetti già acquisiti, cosi abbiamo pensato a un tecnico che aveva nelle corde un certo calcio. Per fortuna nella scelta siamo caduti anche meglio di quello che speravamo. È bravissimo. Sapevamo di avere una buona squadra, che valeva la salvezza. Invece siamo oltre le previsioni. Sono convinto che questa sia la squadra più forte che abbia avuto, inclusa quella del 54 punti fatti con Mandorlini. Se sono sorpreso dai boom di Simeone e Caprari? Per niente. Sono contento che le scelte mie e di Tony D'Amico, più sue che mle per la verità, abbiano funzionato. Li avevamo cercati anche prima, questa è la prova di ciò che credevamo: non stavano meritando la giusta considerazione. Devo fare un applauso a noi però, perché abbiamo costruito un sistema che dà la possibilità ai giocatori di rendere al massimo. L'esempio più lampante è Caprari che, lo ha dimostrato anche con il Genoa, ha quello spirito di grinta e sacrificio che nessuno gli riconosceva. D'Amico? Intanto ha altri due anni di contratto: nessuno, tra virgolette, me lo può portare via. E pol vale il discorso che feci per Juric, nella vita bisogna essere felici in due. lo so che ho dato a D'Amico una chance che nessuno gli avrebbe dato. Ilic? Può fare molto di più, deve maturare come ragazzo, rispetto alle sue possibilità che sono infinite. Anzi, mi aspetto che in queste 7 partite dimostri che vuole diventare un campione da Champions».

Sul prossimo appuntamento dei gialloblù contro l'Inter, invece, ha dichiarato: «Nelle ultime sfide a San Siro siamo stati sfortunati, potevamo prenderci qualche punto. Noi ci andiamo con l'idea di fare una gara importante. Loro sono i campioni d'Italia e avranno lo stadio pieno: questo ci piace, ma di certo non tremeremo, non abbiamo nulla da perdere. Lo scudetto? A luglio dissi Napoli. Per me è il più forte nei primi 13/14 giocatori. Sarà lotta fino alla fine ma io vedo quell’ordine: Napoli, Milan, Inter».

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