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Hellas Verona, Setti si gode il gioiello Barak: «25 milioni? Pochi. Può giocare nelle migliori squadre d'Europa»

Il presidente gialloblù si tiene stretto il trequartista ceco: «Antonin vale tanto. Speriamo continui in questo modo, perché così il prezzo sale. Quando leggo certe cifre mi viene da ridere»

Maurizio Setti, presidente dell'Hellas Verona, è stato intervistato nel corso della trasmissione "La Politica nel Pallone" su GR Parlamento.

Tra i diversi temi affrontati, il rendimento della squadra gialloblù, il problema attuale dei tifosi allo stadio, il cambio allenatore e, soprattutto, la stella del momento Antonin Barak. Ecco le sue principali dichiarazioni:

«Ha festeggiato le 250 partite in Serie A con il Verona con una bella vittoria a Reggio Emilia. È stato bello, i ragazzi hanno fatto una grande prestazione, quindi li ringrazio per avermi dato questa gioia.

Quando si arriverà a suo avviso al 100% della capienza negli stadi? Noi usiamo protocolli particolari e che ci proteggono, siamo controllati in modo imparagonabile a qualsiasi altro sport, quindi siamo sicuri che i giocatori non possano avere grandi problemi. Gli stadi, peraltro, sono all'aperto, e si entra soltanto a determinate condizioni. Detto ciò, il problema rimane quello delle curve, dove si dice stiano troppo vicini. Ma dobbiamo capire che in Inghilterra da sei mesi non hanno le mascherine e gli stadi sono pieni. Non voglio sovrappormi a chi ha competenze superiori, ma spero e penso che dopo la sosta si possa tornare al 100% per due motivi: in primis perché il calcio è spettacolo, e in secondo luogo perché abbiamo bisogno di aiuto economico. Finora non c'è stato concesso nulla, ci sono solo dilazioni e questo per noi è un grandissimo problema.

Tornando al Verona: i numeri sono molto positivi. A me non piace esaltarmi per i numeri, anche se sono quelli che dicono la verità. Però da presidente del Verona sto riuscendo a centrare bene o male quasi tutti i record che il club ha fatto nella sua storia. Non è però questo il mio obiettivo: voglio dare serenità a un club che è meraviglioso e che ultimamente sta giocando un bel calcio. Speriamo di fare sempre meglio, è quello che mi auguro da presidente e da appassionato di calcio.

Cos'è cambiato nel passaggio da Juric a Tudor? Quello che noi abbiamo fatto come Verona è partito prima di Juric. Ma non perché Juric non sia stato importante: a un certo punto la città non lo voleva perché avevamo vinto il campionato con Aglietti, io ho insistito per prenderlo. Avevo già in testa un percorso insieme al d.s. D'Amico. Abbiamo preso un allenatore con determinate caratteristiche: l'Hellas non ha bisogno del tiki-taka, ma di un calcio aggressivo. Abbiamo valorizzato diversi giocatori, come Amrabat e Rrahmani, che all'inizio erano sconosciuti e oggi sono protagonisti in Serie A, seppur uno lo sia meno dell'altro. Il nostro percorso deve essere questo, sono orgoglioso di aver lanciato tanti giocatori anche del nostro settore giovanile e di averli eventualmente venduti, perché questo è il nostro scopo, e credo che per adesso ci stia riuscendo abbastanza bene.

Quanto vale oggi Barak? Diciamo tanto. Non decido io il prezzo, ma le aspiranti. In questo momento ce lo teniamo stretto, perché ci serve per fare un campionato come si deve, ma sicuramente capisco che sia maturo al punto giusto e che abbia la necessità di andare in un grande club, perché per caratteristiche può giocare nei quattro o cinque migliori club d'Europa. Speriamo continui così, perché il prezzo sale: quando leggo certe cifre mi viene da ridere, perché sono molto più importanti i numeri di Barak. 25 milioni? Non lo so, penso che siano pochi. Vedremo».

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