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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Calcio

Hellas, Duda si presenta: «La salvezza è una grande sfida, ma abbiamo possibilità di farcela»

Il centrocampista slovacco arrivato dal Colonia: «Sono già stato nella situazione di dover lottare per non retrocedere, per me è qualcosa di stimolante. Passo dopo passo dimostrerò tutto il mio valore»

Ondrej Duda, nuovo centrocampista dell'Hellas Verona, si è presentato ufficialmente nella giornata di giovedì, 16 gennaio, rilasciando alcune dichiarazioni ai microfoni del Club.

Queste le parole del giocatore slovacco classe '94, ingaggiato dal Colonia in prestito con obbligo di riscatto al verificarsi di certe condizioni, riportate sul sito della società scaligera:

Ci racconti come è nata la possibilità di firmare per l'Hellas Verona? Quanto tempo ti sei preso per accettare questa offerta? È stata una trattativa lunga? «Non è stata una trattativa lunga, abbiamo parlato circa per una decina di giorni. La possibilità di trasferirmi è arrivata verso la fine di gennaio per cui non ci ho pensato molto, ho deciso in poco tempo di accettare e sono arrivato qui».

Non è da tutti accettare l'offerta di una in zona retrocessione: cosa ti ha convinto? «Per me il fattore più importante è stata la possibilità di giocare, di avere spazio. Sono già stato in una situazione come questa, di dover lottare per non retrocedere, quando mi sono trasferito dall'Hertha Berlino al Norwich City che lottava per rimanere in Premier League. Per me è anche una grande sfida quella di aiutare la squadra e di affrontare di nuovo una situazione come questa. È una grande sfida ma penso che abbiamo le possibilità per farcela».

Come giudichi questo tuo primo impatto a Verona dal punto di vista del gioco? «Posso segnare, fornire assist, penso vada bene tutto ciò che arriva. Passo dopo passo dimostrerò tutto. Dal punto di vista del sistema tattico è diverso, che in Germania ogni squadra, ogni allenatore usa sistemi diversi. L'interrogativo più grande per me era come mi sarei adattato e mi sono ripromesso di farlo il prima possibile per aiutare la squadra con le mie qualità. Non sono spaventato, conosco le mie qualità, imparerò a conoscere tutti gli schemi tattici il prima possibile in modo tale da giocare meglio per me e per la squadra».

Conoscevi già alcuni dei tuoi attuali compagni di squadra qui all'Hellas oppure ti sei ritrovato in un gruppo completamente nuovo? Come ti hanno accolto? «Mi hanno accolto con grande affetto, è stato bello. Non è facile arrivare in una nuova squadra con nuovi compagni, non è semplice ma mi hanno accolto bene. Non conoscevo nessuno personalmente, ma conoscevo i loro nomi perché guardavo la Serie A e le sue partite prima di venire qui. Ci sono giocatori di esperienza qui, ma non li conoscevo personalmente».

Hai giocato da centrocampista centrale contro Udinese, Lazio e Salernitana, ma, ad esempio nell’ultima giornata, sei poi stato spostato sulla trequarti: dove ti piace giocare di più? «Preferisco giocare un po’ più avanti perché sono un giocatore offensivo. Preferisco la fase offensiva a quella difensiva senza dubbio, ma quando in gioco in posizione di centrocampista centrale per me non è nulla di nuovo anche se ovviamente è diverso. Come dicevo non ho problemi a giocare sia in fase offensiva che difensiva, mi devo adattare e lo farò in fretta».

Con Tameze sembra che vi stiate trovando già molto bene in campo, è così? «Sì, non abbiamo bisogno di parlare molto per capirci, so che gioca molto bene a calcio e so di di poter fare buone cose con lui. È facile giocare con lui e penso che tutti possano vederlo, è facile giocare insieme a lui, è bello».

I ragazzi più giovani in squadra ti chiedono consigli, vista la tua esperienza? Ti senti un leader a livello caratteriale o più sul piano tecnico? «Penso entrambe le cose. Mi sento un leader sia a livello caratteriale che a livello tattico, dipende. Ma nessuno mi chiede consigli, ci sono già abbastanza giocatori di esperienza qui a Verona che non hanno bisogno di consigli da parte mia. I giocatori giovani a volte non hanno bisogno di chiedere nulla ma imparano passo dopo passo. Quando ero giovane ero timido per chiedere consigli, forse sono timidi anche loro come lo ero io, non lo so. Penso che impareranno passo dopo passo e, come dicevo, dai giocatori di esperienza che abbiamo».

Quali sono le principali indicazioni che ti rivolge mister Zaffaroni? «Tutto quello che mi dice non riguarda le mie qualità, ma mi mostra giorno dopo giorno i sistemi di gioco, questa è la parte più importante della squadra e di come giochiamo a calcio. Mi dice che mi devo adattare in fretta e mi mostra come fare. Ogni giorno, in ogni allenamento mi sento meglio».

Credi che la Serie A possa essere un buon campionato per esprimere al meglio le tue caratteristiche tecniche e tattiche? «Assolutamente. La Serie A dal punto di vista tecnico e tattico è uno dei migliori campionati al mondo, soprattutto dal punto di vista tattico. A volte sembra che non sia così tattico, ma in realtà lavoriamo molto sulla tattica anche in allenamento, lavoriamo tanto sui sistemi di gioco. Ovviamente posso migliorarmi in questo e lo farò più che posso».

Qual è l'avversario che non vedi o la squadra che non vedi l'ora di incontrare? «Non lo so, penso tutte le squadre in Serie A perché non ho mai giocato contro squadre italiane, solo una volta in amichevole. Non ho mai giocato in Serie A quindi per me ogni partita è perfetta perché mi piacciono le sfide e ho voglia di confrontarmi contro tutte le squadre».

Sei rimasto stupito dalla passione dei tifosi gialloblù? Ti aspettavi un tifo del genere? «Ho visto un paio di partite prima di venire qui e ho visto la loro passione per il calcio. Mi piacciono, ci aiutano, aiutano la squadra perché senza il loro supporto sarebbe più difficile, con loro è più facile per noi».

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