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Balotelli figliol prodigo: "Quel giorno al Bentegodi mi mandarono in confusione"

Il calciomercato è ancora aperto, ma difficile che per i milanisti si realizzi il sogno chiamato Ibrahimovic. Nel frattempo invece si è appena concretizzato il clamoroso ritorno in rossonero di Balotelli, il quale intervistato ha ricordato un curioso episodio accaduto a Verona

I milanisti sognavano di dare il "welcome back" a Zlatan Ibrahimovich e invece nel giro di un paio di giorni si sono visti "appioppare" il ritorno, non da tutti esattamente graditissimo, di Mario Balotelli. Giocatore che potenzialmente non avrebbe nulla da invidiare a nessuno, ma che parimenti, come ricordato anche dall'illustre ex bandiera rossonera Boban, non ha mai fatto nulla di veramente importante per essere osannato come un campione. Ma si sa, a volte i treni passano e se uno è bravo ad afferrarli in corsa, la stagione del rilancio potrebbe essere dietro l'angolo.

Lo spera l'entourage di via Turati, così come in fondo anche tutto il popolo rossonero, compresi i più scettici. Ma certo a far preoccupare è il carattere, indomabile fino ad ora, di Mario Balotelli, il quale spesso a discolpa del suo nervosismo in campo, ha fatto notare in passato il trattamento non certo delicato che numerose tifoserie gli riservavano. Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, il giocatore è voluto ritornare sul tema del razzismo negli stadi, riferendo di un singolare episodio avvenuto nella stagione 2013/14 e che avvenne proprio al Bentegodi di Verona: "Il giorno in cui non mi fischieranno, mi preoccuperò: significa che non faccio più paura. Accetto i fischi, non mi creano problemi. Sa quando è stata l'unica volta che i tifosi avversari mi hanno distratto? A Verona, quando cominciarono a fare cori in mio favore per sfottò. Non me lo aspettavo e mi mandarono in confusione".

Quel giorno a Verona il clima era davvero surreale, e non sorprende poi troppo il racconto di Balotelli, il quale comunque, così come riferisce la Gazzetta dello Sport, ha voluto chiudere con una promessa: "Non cadrò più nelle provocazioni e rispetterò tutti, avversari, arbitri e tifoserie. Evitando proteste o gesti come zittire i tifosi. Non mancherò di rispetto a nessuno, ma è troppo desiderare di non essere insultato continuamente?". 

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