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Ultimo possesso amaro per la Tezenis, sconfitta di misura sul parquet di Trieste

Dopo essere stata avanti anche di 11 punti, la Scaligera Basket viene battuta dall'Alma nel finale: "La gara è stata decisa da un possesso. E a numeri invertiti non è che l’analisi dovrebbe essere ribaltata"

Ultimo possesso fatale per la Tezenis, che domenica ha trovato la sconfitta sul parquet di Trieste per 68-66, al termine di una partita che l'aveva vista andare anche sul +11 contro l'Alma. I padroni di casa però alla fine sono riusciti a spuntarla, in un finale di gara deciso dai dettagli che ha vanificato l'ottima prova di Frazier, miglior realizzatore della serata con 22 punti. 
L'occasione del riscatto per i ragazzi di Dalmonte arriverà già sabato sera, quando all'Agsm Forum andrà in scena la sfida contro Imola. 

LA CRONACA - La Tezenis chiude avanti 17-23 un primo quarto aperto dalla tripla di Coronica e dal canestro di Robinson, che prende per mano la Scaligera lungo dieci minuti in cui il vantaggio è di sei punti (11-17) dopo 6’59” con i due liberi di Frazier, che firma anche l’ultimo canestro del periodo. Gioca con personalità la Tezenis, che tocca la doppia cifra di vantaggio (26-36) dopo 5’19” con la tripla di Brkic e sale 26-37 con un libero di Portannese. Trieste però rientra nell’ultimo minuto e mezzo, passando da 35-42 a 40-42, che è anche il punteggio con cui le due squadre vanno all’intervallo.

Terzo quarto. La Tezenis è 43-47 dopo 3’36” con altri tre di Frazier, ma Pecile accorcia col canestro del 48-49 dopo 5’25”. Bossi (7’30”) pareggia a 50 dal cuore dell’area. Frazier fa 52-55 dopo 9’25”, Da Ros 54-55 prima della sirena del trentesimo.

Ultimi dieci minuti. La sfida è punto a punto. Trieste va sul 60-55 col canestro di Da Ros (2’38”), ma la Tezenis è sempre lì (60-59 a 4’47”), Frazier sorpassa (62-64) dopo 6’39” ma entra negli ultimi due minuti sotto 67-64 per il canestro dall’area di Parks. Mancano 25” quando Robinson segna il 67-66, ne mancano 12” quando Pecile sbaglia il primo e segna il secondo libero che dà l’ultimo tiro alla Tezenis. Dalmonte chiama timeout, l’ultimo possesso è di Robinson. Palla sul ferro, finisce 68-66.

Sul sito ufficiale della Scaligera Basket, coach Dalmonte fa la sua analisi della partita: 

La gara è stata decisa da un possesso. E a numeri invertiti non è che l’analisi dovrebbe essere ribaltata. Per certi momenti abbiamo fatto la partita giusta, comandandola per trenta minuti se le statistiche non mentono. E generalmente non mentono. Abbiamo fatto fare troppo l’elastico a Trieste senza controllarne le folate in alcuni frangenti. Non abbiamo avuto però l’istinto del killer e quella lucidità in cui Trieste è stata più brava anche per una questione di energia. La fotografia della partita? Avanti di due e palla in mano abbiamo perso il pallone e subito il contropiede. Trieste sbaglia il tiro ma Green prende il rimbalzo, segna e subisce il fallo. Sicuramente non dovevamo dare a Trieste l’opportunità del contropiede dopo la palla persa, sicuramente dovevamo rientrare in difesa e, dopo il contropiede, non dovevamo nemmeno dare due tiri.
Questo è l’unico rammarico vero, per altre analisi magari sarò un po’ più arrabbiato con la squadra ma in questo momento non lo devo essere e non lo voglio essere. La partita l’abbiamo giocata, abbiamo avuto momenti di buona interpretazione. Quel che è mancato è stata la continuità dell’interpretazione del senso-partita e soprattutto, come ho detto alla squadra alla fine del primo tempo, non è che con dieci punti di vantaggio la partita sarebbe continuata in un crescendo. Ci sarebbe stato il rientro di Trieste, che noi dovevamo quindi contenere e successivamente mantenere la lucidità necessaria possesso dopo possesso. Non l’abbiamo fatto, anche perché ad un certo punto abbiamo fatto fatica a fare canestro, abusando dei palleggi e giocando invece poco di passaggi e ribaltamenti. Abbiamo preso tre o quattro canestri poco contestati, anche molto rapidamente, che non ci hanno permesso di respirare e che ci hanno tolto ossigeno alla fine per chiudere la partita facendo le cose giuste.
Siamo scivolati, adesso bisogna avere la forza per mettere le mani per terra e rialzarci perché sabato la partita con Imola sarà scorbutica e quindi non abbiamo tempo per pensare più di tanto. L’ultimo tiro? Non ci aspettavamo un fallo. E qui mi fermo. In realtà non c’è stato fallo, perché Trieste un fallo da spendere ce l’aveva. Avevo disegnato una rimessa per fare un tiro pensando che il fallo ci fosse. Diciamo che non è successo esattamente quel che avevamo preventivato. Però l’azione voglio anche rivederla perché la casistica delle situazioni potrebbe anche aver portato a prendere quel tiro a prescindere dalla situazione.

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