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A 30 anni dallo scudetto, parla Bagnoli: "La differenza la fece il gruppo. Merito dei miei ragazzi"

L'apice della sua storia l'Hellas Verona l'ha raggiunto quella stagione, ottenendo uno scudetto unico e memorabile. Ai microfoni di RadioUno parlano i protagonisti di quei momenti, chi ha vissuto sulla propria pelle un'impresa che pare irripetibile

Dopo la sciarpata di ieri della Curva Sud per ricordare il gol di Elkjaer del 12 maggio 1985, rete che consegnò la matematica conquista del primo scudetto del Verona, a parlare è Osvaldo Bagnoli, allenatore di quella squadra. “Il ricordo migliore è lo spogliatoio. Se abbiamo vinto lo scudetto, dobbiamo ringraziare lo spogliatoio”, confessa l’ex tecnico ai microfoni di “Radio Anch’io Sport!” su RadioUno. Poi minimizza: “I ragazzi andavano d’accordo fra di loro, non è che abbia fatto chissà che cosa”.
Domenico Volpati, un altro grande protagonista di quell’impresa vede in Bagnoli “quell’insita saggezza delle persone semplici. In quello spogliatoi non aveva bisogno di parlare, tanto sapevamo già quello che ci voleva dire. Bastava guardarsi negli occhi”.
Giuseppe Galderisi oggi segue le orme del “maestro”: “Oggi come allenatore cerco di essere giusto nei confronti dei giocatori, Bagnoli mi ha insegnato questo”. Poi parla del calcio italiano di questi tempi, tanto diverso da oggi: “Allora i top-player, i migliori giocatori del mondo, erano in Italia, dovevamo confrontarci tutte le domeniche con giocatori che erano nelle nazionali tedesche, argentine, brasiliane”. E sulla possibilità di rivedere l’Hellas Verona sul tetto d’Italia risponde: “Credo sarà difficilissimo ripete una tale impresa, ma sarebbe bello vedere un altro Verona stare davanti a tutti e vincere uno scudetto che dopo 30 anni è ancora nel cuore dei tifosi”.

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