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Interviste

Traforo e linea del Brennero Miozzi: "I soldi prima a noi"

Il presidente della Provincia incontra i parigrado trentini: "Non siamo a statuto speciale come voi"

Oggi si tirano le fila di un lavorio incessante durato mesi. Per arrivare preparati all'incontro di giovedì con il ministero delle Infrastrutture. Cruciale. Il presidente della Provincia Giovanni Miozzi incontra i pariruolo trentini per decidere il futuro delle infrastrutture dell'Autobrennero e definire i progetti, finanziari e non, che arriveranno sulla scrivania di Matteoli. Sul riparto delle risorse per il traforo delle Torricelle e il corridoio ferroviario le posizioni potrebbero essere distanti. Su come risolvere il nodo della concessione autostradale, in scadenza il 31 dicembre 2014, alla società Autostrade Brennero, invece, ci si muove all'unisono.

Verona chiede che, non potendo godere di uno statuto speciale a differenza delle altre due Province, la ripartizione del finanziamento per il corridoio ferroviario del Brennero arrivi prima in terra scaligera. Altrimenti potrebbe saltare il banco. La scure del patto di stabilità è in agguato. Secondo il presidente Miozzi servono azioni sinergiche tra le tre Province, in maniera da ottenere dalla Commissione europea la proroga di cinquant'anni della concessione per la A22. Ipotesi, quest'ultima, vincolata al finanziamento del progetto ferroviario di alta velocità. Le visioni convergono, ma si torna sempre al nodo economico.

Per quanto riguarda la concessione autostradale il tempo era scaduto. Game over. Grazie al lavoro del sottosegretario all'Economia Alberto Giorgetti in parlamento, che ha fatto approvare un emendamento della Finanziaria, la scadenza della concessione autostradale è slittata dal 31 dicembre 2010 al 31 dicembre 2014. Un rinvio necessario per dare tempo a tutti i giocatori della partita di fare sinergia e scongiurare il rischio che gli attuali concessionari, espressione degli Enti locali dei territori attraversati, possano perdere la concessione. A seguito di una gara d'appalto europea. Per evitare la gara l'alternativa c'è. E dovrebbe esserci convergenza su questo punto. La costituzione di una società di "corridoio" che gestisca l'intero asse di comunicazione del Brennero. Che abbia in mano, quindi, sia l'autostrada che la ferrovia. In quest'ottica la concessione non sarebbe messa a gara, ma affidata direttamente a questo organismo, che continuerebbe a essere espressione del territorio. E che, soprattutto, continuerebbe a investire gli utili di gestione qui, senza ripartirlo tra nuovi soci. In questo modo continuerebbero ad arrivare soldi destinati al raddoppio della linea ferroviaria per collegare Verona, Trento e Bolzano alla galleria del Brennero.

"Dopo aver incontrato a Roma Anas e Rfi e il Commissario del Corridoio 1 Mauro Fabris - ha dichiarato Miozzi - oggi ho voluto stringere le fila anche con gli amministratori. Stiamo facendo passi importanti per mettere in sicurezza la concessione di Autobrennero e fare in modo che il nostro territorio e il suo sviluppo non corrano rischi con soci stranieri. Soci europei e non degli enti locali, infatti, vorrebbe dire che gli utili non sarebbero più investiti nelle opere di “corredo” al traforo, ma altrove. Con ricadute anche sull'economia, oltre che sulla grande viabilità”.

La novità è che gli utili della società autostradale destinati alla costruzione delle tratte di  accesso al tunnel del Brennero vengono defiscalizzati.
Finora questa possibilità era prevista solo per le somme destinate al traforo, ora anche per quelle necessarie al quadruplicamento della linea ferroviaria fino a Verona.

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