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"Se i tagli fossero confermati la ricerca rischia la chiusura"

Nel mirino del rettore dell'Universit Mazzucco le decurtazioni al fondo di finanziamento ordinario

"Questo Paese non investe abbastanza sul proprio futuro". Un concetto espresso spesso dal rettore dell'Università di Verona Alberto Mazzucco e ribadito ancora una volta alla luce degli allarmi lanciati da altri rettori, in primis quello dell'Alma Mater di Bologna Ivano Dionigi, sulla sostenibilità economica della realtà accademica italiana.

I tagli decisi dal governo sono ingenti, e lo saranno ancora di più nel 2012. A livello nazionale il fondo di finanziamento ordinario del 2011 è stato tagliato del 3,75% e quello del prossimo anno lo sarà del 5,5%. Si passa da 6,9 a 6,5 miliardi di euro. "Così la ricerca rischia di chiudere", commenta Mazzucco. Il concetto è semplice. I soldi sono pochi e servono principalmente a due cose: pagare gli stipendi e finanziare la ricerca accademica. Ma se dopo aver pagato i dipendenti rimangono pochi spiccioli per gli studi, l'università perde di appeal e di valore.

Secondo i calcoli del rettore felsineo Ivano Dionigi al fondo nazionale mancherebbero all'appello 300 milioni di euro per poter far fronte almeno alle spese fisse degli atenei italiani. "Se queste ultime cifre fossero confermate, il sistema sarebbe insostenibile per tutti", ha commentato lo stesso Dionigi.

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