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Venerdì, 19 Aprile 2024
Interviste

Prete veronese tra le bombe "Ci aiutano i musulmani"

Duemila cristiani si sono rifugiati nella chiesa di Tripoli. Monsignor Martinelli resiste in Libia

Nella chiesa di Tripoli si sono radunate duemila persone. In cerca di conforto e di sicurezza. Tutto quello che può offrire monsignor Giovanni Martinelli, il vescovo veronese della capitale libica, che ha deciso di rimanere tra la sua gente. Una città, Tripoli, che, nonostante i bombardamenti, vive in uno stato di quiete apparente. L'ansia è parecchia. I negozi sono chiusi, le strade vuote.

"Stanotte alle 2.45 siamo stati svegliati da forti esplosioni non lontane dalla nostra chiesa - ha raccontato il monsignore - la tensione è grande, anche se questa mattina la vita della città va avanti apparentemente normale. Sappiamo però che tanta gente sta abbandonando la città. Appare evidente come gli obiettivi siano precisi, speriamo bene. Si parla di una quarantina di feriti, in massima parte militari. Ma in realtà non ci sono notizie precise. Anche I giornalisti qui non sanno nulla. Funzionano i telefoni con l'Europa, ma all'interno è molto più difficile comunicare"

Nella folla che si è assiepata nella chiesa si trovano in maggioranza cristiani, soprattutto filippini ed eritrei. "Non ci sono assolutamente tensioni dal punto di vista religioso - racconta il fratello del monsignore, costantemente in contatto con la Libia - la situazione è straordinaria. I musulmani, riconoscenti per ciò che ha fatto mio fratello in quarant'anni, fanno addirittura la fila al forno, quando è aperto, per rifornire di pane la chiesa. E proteggono sia l'edificio sacro, sia le suore che offrono assistenza negli ospedali".

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