Pd alla Caritas: "Immigrati non sono solo manodopera"
Ieri la chiusura dell'organismo ai flussi migratori perch non si pu offrire lavoro ai nuovi arrivi
Duilio Colonna
11 gennaio 2011 12:46
La Caritas contro gli immigrati? La notizia è di quelle che lasciano di stucco, una di quelle che fanno sbalzare dalla sedia. “La situazione occupazionale è drammatica, non si possono aprire i flussi migratori a centomila persone in questo momento, è una scelta pericolosa”. Queste le parole, ieri, del direttore della Caritas veneziana don Dino Pistolato, il quale ha anche aggiunto che “bisogna imparare a guardare in faccia la realtà anche quando è brutta: accoglienza significa poter offrire lavoro, alloggi e dignità, non alimentare il panico mandando al massacro i nuovi arrivati e alimentando il razzismo”.
In linea con don Pistolato anche Don Giuseppe Mirandola, direttore del Centro pastorale sull’immigrazione di Verona: “In un momento di crisi come quello che stiamo attraversando non ha molto senso far arrivare nuove persone sul territorio che si vanno ad aggiungere alle altre già in cerca di occupazione”. Don Mirandola fa però un’attenta analisi: “Quando pensiamo a quelle 100mila persone che entreranno in Italia grazie ai flussi non dobbiamo essere ingenui, spesso infatti si tratta di persone già presenti sul territorio. In questi casi il datore di lavoro fa finta di far arrivare nuove persone ed invece regolarizza quelle che già conosce e lavorano per lui”.
Il problema migratorio, però, non può solo limitarsi all’aspetto lavorativo. “Dobbiamo fare attenzione a trattare l’immigrato solo come manodopera - ha detto il segretario provinciale del Pd Vincenzo D’Arienzo -. Il problema è molto più grande di quello che sembra”. Secondo l’esponente del Partito Democratico ci sono da fare grossi distinguo sull’arrivo di immigrati sul nostro territorio e non si può limitare tutto all’occupazione: “Tra coloro che arrivano nel nostro Paese ci sono anche coloro cha scappano dalla guerra a da situazioni sociali estremamente gravi. Proprio per questo non è possibile trattare tutti gli immigrati allo stesso modo, pensando che si tratti solo di persone in cerca di un posto di lavoro”.
In linea con don Pistolato anche Don Giuseppe Mirandola, direttore del Centro pastorale sull’immigrazione di Verona: “In un momento di crisi come quello che stiamo attraversando non ha molto senso far arrivare nuove persone sul territorio che si vanno ad aggiungere alle altre già in cerca di occupazione”. Don Mirandola fa però un’attenta analisi: “Quando pensiamo a quelle 100mila persone che entreranno in Italia grazie ai flussi non dobbiamo essere ingenui, spesso infatti si tratta di persone già presenti sul territorio. In questi casi il datore di lavoro fa finta di far arrivare nuove persone ed invece regolarizza quelle che già conosce e lavorano per lui”.
Il problema migratorio, però, non può solo limitarsi all’aspetto lavorativo. “Dobbiamo fare attenzione a trattare l’immigrato solo come manodopera - ha detto il segretario provinciale del Pd Vincenzo D’Arienzo -. Il problema è molto più grande di quello che sembra”. Secondo l’esponente del Partito Democratico ci sono da fare grossi distinguo sull’arrivo di immigrati sul nostro territorio e non si può limitare tutto all’occupazione: “Tra coloro che arrivano nel nostro Paese ci sono anche coloro cha scappano dalla guerra a da situazioni sociali estremamente gravi. Proprio per questo non è possibile trattare tutti gli immigrati allo stesso modo, pensando che si tratti solo di persone in cerca di un posto di lavoro”.
Duilio Colonna
11 gennaio 2011 12:46
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