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Venerdì, 19 Aprile 2024
Interviste

LHellas, la Cina, il calcio: Damiano a cuore aperto

Conclusa la parentesi in Asia, il mediano a un bivio: chiudere o continuare?

31 ottobre 2009, Teda Stadium, Tang gu, Tianjin, Cina. Si gioca la partita che vede contrapposta la Tianjin Teda ed il Guangzhou. A poco conta il risultato della partita (2 a 1 per i padroni di casa), quello che conta è che quella partita ha segnato la chiusura dell’eperienza professionale asiatica di Damiano Tommasi.

Damiano, com’è andata l'esperienza in Cina?
“L’obbiettivo stagionale era entrare nelle prime quattro in classifica e qualificarci così per la Asian Champions League 2010, purtroppo siamo arrivati quinti, anche se a pari munti con la quarta, il Shanghai Shenhua, e la sesta, il Shandong Luneng. Dal punto di vista personale ho incontrato non poche difficoltà soprattutto dovute alla lontananza della famiglia, ma ora le cose vanno molto meglio anche perchè manca poco al mio ritorno”.

Quanto è diverso il calcio asiatico rispetto a quello italiano ed europeo?
“Il calcio cinese è relativamente giovane. Il professionismo esiste dal 1994 ed è uno sport che vive all’ombra di altri sport molto più seguiti e praticati come il ping pong e il basket. Il seguito è, comunque, abbastanza buono. I tifosi ci sono ma sono più attratti dalla maggior qualità del calcio europeo. A livello tecnico manca ancora molto dal punto di vista tattico e dal punto di vista della forza fisica. Il livello puramente tecnico e la velocità invece sono i suoi punti di forza”.

Le tue iniziative sociali stanno proseguendo?
“Personalmente sono sempre stato al fianco di iniziative solidali, più che attore principale. Le associazioni che seguivo in Italia proseguono le loro attività e ogni tanto, anche da qui, cerco di rimanere in contatto”.

Che cosa ne diresti di finire la tua carriera all'Hellas?
“Ho sempre detto che, in Italia, l’unica squadra in cui avrei stimoli per giocare è l’Hellas. Non so se finirò la carriera in Italia o all’estero (non sa acnora se la sua carriera proseguirà nrd), non credo però ci sia tempo e modo per tornare all’Hellas. Il buon cammino intrapreso spero faccia dimenticare al più presto di quando ‘eravamo in LegaPro’...”

Come pensi si stia comportando la società scaligera in questi anni e quando pensi che risalirà nei campionati che contano?
“Innanzitutto l’Hellas ‘conta’ a prescindere dalla categoria di appartenenza. Il numeroso pubblico che segue la squadra ne è la dimostrazione. Ho avuto modo di giocare in amichevole quest’estate a Sant’Anna d’Alfaedo contro l’Hellas ed ho visto un bellissimo ambiente di lavoro. È un nuovo inizio, nuovi volti e nuovo entusiasmo. Speriamo si mantenga il più a lungo possibile. Per vincere i campionati poi servono tanti elementi che si devono incastrare a dovere. L’importante è partire con il piede giusto e credere nel proprio lavoro”.

Cosa farai ora che la tua avventura cinese è terminata?
“Tornerò a giocare, a divertirmi con un pallone che per anni è stato il mio attrezzo da lavoro. La mia montagna sarà il luogo ideale per godere a piene mani di questa mia passione che è il calcio. I Falchi del Sant’Anna d’Alfaedo saranno i miei nuovi compagni. Tra di loro anche due miei fratelli. Sarà come tornare indietro di qualche anno, quando anche il corridoio di casa era il nostro Stadio Olimpico, quando i mondiali li giocavamo 3 contro 2 nel prato sotto casa, quando il pallone era ‘Il giocattolo’. Non so ancora se e come potrò continuare, invece, a stare sul palco del teatro Calcio. Dovrò trovarmi un posto dietro le quinte, in caso, per dare una mano affinchè lo spettacolo continui, migliori e diverta. Ma forse mi dovrò accomodare in platea e godermi la passione che mi ha fatto girare il mondo e che ora mi farà tornare a quello che è stato il mio grembo calcistico”.

Hai per caso sentito il presidente Martinelli per il post-carriera? (Martinelli ha dichiarato più volte che avrebbe piacere che qualche ex stella gialloblù entrasse nell'organico societario ndr)
“Ho incontrato il presidente Martinelli in occasione dell’amichevole a Fosse ma del mio post-carriera era ancora presto per parlarne”.

Che cosa pensi della tifoseria veronese e delle continue accuse di razzismo che vengono mosse nei confronti dei tifosi specialmente dopo i due fatti di cronaca dell'omicidio Tommasoli e di Piazza Viviani?
“I fatti di cui sopra si commentano da soli. Purtroppo quando il pretesto per manifestazioni razziste è l’Hellas, la cattiva reputazione si generalizza ad una città e ai suoi cittadini. Ritengo doveroso condannare sempre i comportamenti negativi e credo che i primi a sentirsene offesi dovrebbero essere coloro che vengono accomunati, perchè veronesi, a tali gruppi. Parliamone sempre e cerchiamo di crescere emarginando questi pochi che rovinano la reputazioni dei tanti”.

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