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La polizia spegne 159 candeline e traccia il bilancio annuale

Criminalit non ancora diffusa e lontana da Verona. Ma il commercio di droga ancora fiorente

"C’è più sicurezza insieme”. Questo il tema scelto dalla polizia di Stato in occasione della celebrazione delle 159 "primavere" compiute dal Corpo di pubblica sicurezza. Stamane, in piazza dei Signori, davanti ai palazzi Scaligeri della Provincia di Verona, si è svolta la parata annuale di reparti, gonfaloni e rappresentanti delle istituzioni scaligere. In prima fila, il gotha della politica veronese, dal sindaco Flavio Tosi ai deputati e senatori di maggioranza e opposizione. Accanto a loro gli alti ufficiali di guardia di finanza, carabinieri e polizia municipale. La 159esima celebrazione della polizia, a Verona, segna il primo importante intervento del questore Michele Rosato, arrivato nell'ufficio del comando di lungadige Galtarossa tre mesi fa, in sostituzione di Vincenzo Stingone, passato a Bologna. E' lo stesso Rosato a definire il tema scelto come "la volontà di costruire insieme un ponte tra le istituzioni ed i cittadini con una partecipazione reale di essi alla sicurezza della città, avvicinare lo Stato a coloro che ne sono il fondamento e l’essenza". Non nasconde il piacere della sintesi, il nuovo capo della polizia, che ieri ha voluto incontrare i giornalisti per presentare la giornata di festa, delinenado quanto, finora, il Corpo di Verona ha portato sul campo.

"Questa festa- spiega Rosato- è in estrema sintesi, il rendiconto di un anno di lavoro:  quindi mio dovere dire che cosa abbiamo fatto sul piano della prevenzione e della repressione e qual è lo stato di ordine e sicurezza pubblica di questa provincia". I dati che ripercorrono, come testimonia lo stesso questore, sono quelli relativi alla presenza di stranieri extracomunitari, criminalità diffusa, la piaga della droga. "In questa provincia risiedono a tutt’oggi, regolarmente autorizzati, circa 70mila stranieri di cui 34mila per motivi di lavoro. Altri, però, passando da una provincia all’altra, la percorrono di volta in volta e vi dimorano senza alcun titolo, dediti al vagabondaggio ed ad attività illecite quindi pericolose per l’ordine e la sicurezza pubblica. Come sempre, vengono alla ribalta quelli che preferiscono oziare e vivere di espedienti. E’ proseguita, quindi, la pressione nei confronti di tutti coloro che sono venuti in Italia senza la volontà di rispettare la nostra legislazione e  che intendono procurarsi il necessario ed il superfluo con mezzi illeciti, sfruttando gli ampi margini offerti da un consolidato sistema di libertà civili e di garanzie". Sul versante della criminalità diffusa il dato è più rassicurante e la provincia di Verona sembra sia ancora immune dalla grande delinquenza che investe città vicine.

Nota dolente, tuttavia, sembra essere il traffico di droga in città. Verona è considerata da polizia, carabinieri e finanzieri, uno degli snodi di smercio più importanti e fruttuosi d'Italia, complice anche la posizione geografica ideale per medi e grossi trafficanti di eroina, hashish e cocaina. "Nel campo della droga- ha continuato Rosato- non ha pausa la lotta allo spaccio ed all’uso. Nell’anno decorso, numerosissime sono state le persone arrestate per spaccio di stupefacenti, ed altrettanto numerose sono state quelle segnalate alla Prefettura per la parte ad essa competente relativa al recupero dei tossicodipendenti. Per onestà devo dire che nella lotta alla droga per quanto assidua ed efficace possa essere l’opera delle forze dell’ordine, può essere decisiva soltanto un’azione educativa profonda e continua che abbia fondamento nella famiglia. E non in una famiglia pur che sia, ma in una famiglia dove i genitori siano presenti nella vita quotidiana dei figli, non soltanto materialmente ma anche e prima di tutto moralmente. La droga è sempre un riempimento fittizio di un vuoto anche familiare, anche involontario, di uno o entrambi i genitori".

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