Il turismo appeso a un filo "La politica deve decidere"
Gli operatori chiedono tempi brevi per conoscere l'entit dei tagli. Molti posti di lavoro a rischio
Se tagli saranno, almeno che siano ufficiali a breve. Questa la richiesta che parte dagli operatori turistici veronesi in direzione di Venezia, sede della Regione. La nuova legge sul turismo deve ancora essere approvata, e, con essa, non si sa ancora quante risorse in meno arriveranno nelle casse della Provincia e dei consorzi turistici. Un problema non solo dal punto di vista della qualità dei servizi erogati, ma anche dal punto di vista occupazionale.
Sono molti i lavoratori che rimangono sulla graticola in attesa di sapere il loro destino. Che per ora rimane appeso alle decisioni che prenderà il Consiglio regionale. Si parla di un taglio del 50% dei trasferimenti, ma la partita rimane aperta e si confida di strappare in extremis qualche risorsa in più. "Siamo preoccupati per la poca chiarezza a livello politico - commenta il presidente della sezione Turismo di Confindustria Enrico Perbellini - perché se non si hanno propettive certe gli imprenditori sono restii ad investire. E non parlo solo degli albergatori, ma di tutti i soggetti del settore. Per esempio un parco divertimenti come Gardaland non può permettersi di mettere sul piatto ingenti somme senza poter contare su un panorama definito. Vogliamo chiarezza da parte della politica e, di conseguenza, una certa stabilità normativa".
Si investirà di meno, questo sembra certo. Nell'attesa, però, tutto è bloccato. Emblematica la situazione in cui versa il consorzio Verona Tuttintorno. "Il 28 febbraio ci sarà l'assemblea dei soci. Ma ancora non si sa in che termini si potrà discutere", afferma il presidente Stefano Ghelli. La legge attuale prevede che per ogni euro investito dal settore pubblico ci debba essere un euro investito dal privato. "Questa è un'ottima cosa - spiega Ghelli - perché così si riescono a muovere capitali anche ingenti. Se però i tagli del 50% verranno confermati ci troveremo nella condizione di chiedere ai duecentocinquanta soci di triplicare la loro partecipazione economica nel consorzio. Saremo comunque in grado di stilare il bilancio 2011, seppure a scartamento ridotto. In caso di tagli ancora maggiori i privati dovranno garantire la copertura finanziaria, altrimenti dovremo per forza chiudere". Oltre al mantenimento degli uffici, deve essere salvaguardata anche l'attività di promozione turistica del consorzio. Ora anch'essa è in pericolo. Come in pericolo sono i posti di lavoro di quattro dipendenti, di cui uno con contratto part time e uno con contratto a progetto.