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I laureati veronesi trovano pi facilmente un lavoro

Lo dice il XIII Rapporto Almalaurea: il tasso di occupazione superiore alla media nazionale

Chi si laurea all'Università di Verona trova più facilmente lavoro. Non solo ma riesce ancora a reperire nel difficile momento attuale un agognato posto fisso. A ribadirlo ancora una volta è il XIII Rapporto AlmaLaurea sulla condizione occupazionale dei laureati, che ha coinvolto a livello nazionale 400mila laureati. Un rapporto che conferma, a livello nazionale, un quadro occupazionale complessivamente in difficoltà seppure con un’intensità minore rispetto a quella dell’anno passato.

Diversa la situazione per i laureati dell'Università di Verona. L’indagine condotta da AlmaLaurea ha riguardato complessivamente oltre 4.500 laureati dell'ateneo scaligero.
La sintesi riguarda solo 2.597 laureati triennali e 784 laureati specialistici biennali usciti dall’Università di Verona nel 2009 e intervistati dopo un anno; 446 laureati specialistici biennali usciti dall’Università di Verona nel 2007, intervistati dopo tre anni; 400 laureati pre-riforma del 2005, intervistati dopo cinque anni.

Il tasso di occupazione dei neolaureati triennali di Verona è pari al 67%, un valore di gran lunga superiore alla media nazionale (46%). Tra gli occupati triennali di Verona, il 50% è dedito esclusivamente al lavoro, il 17% coniuga la laurea specialistica con il lavoro. Chi continua gli studi con la laurea specialistica è il 63%: il 46% è impegnato esclusivamente nella laurea specialistica, mentre, come si è detto, il 17% studia e lavora. Il 7% dei laureati triennali di Verona non lavorando e non essendo iscritti alla laurea specialistica, si dichiarano alla ricerca di lavoro.

Il lavoro stabile (contratti a tempo indeterminato e lavoro autonomo) coinvolge, a un anno dalla laurea, 35 laureati su cento di primo livello di Verona (la media nazionale è del 39%). Il lavoro atipico (contratti a tempo determinato, collaborazioni, ecc.) coinvolge 49 laureati su cento di Verona; è il 43% nel complesso dei laureati di primo livello.

Il guadagno (sintesi tra chi lavora esclusivamente, la maggioranza, e chi studia e lavora) si attesta su valori di poco inferiori alla media nazionale: a un anno dalla laurea i laureati di primo livello di Verona guadagnano 958 euro mensili netti; la media nazionale è di 982 euro.

Positivi i dati anche nei confronti dei laureati specialistici a un anno dalla laurea. Il tasso di occupazione è ancora buono: a dodici mesi dalla conclusione degli studi risulta occupato il 63% dei laureati specialistici dell’Università di Verona; un valore superiore alla media nazionale del 56%. Ma c’è anche un quinto dei laureati che continua la formazione (è il 16% a livello nazionale).

Chi cerca lavoro è il 21% dei laureati specialistici di Verona, contro il 28,5% del totale laureati. A un anno dalla laurea, il lavoro è stabile per il 32% dei laureati di Verona (è il 35% nella media nazionale). Il lavoro atipico coinvolge il 47,5% dei laureati specialistici di Verona (è il 46% nel complesso degli specialistici biennali). Il guadagno è in linea con la media nazionale: 1.077 euro mensili netti, contro i 1.078 del complesso dei laureati specialistici.

Il commento del Rettore Alessandro Mazzucco: “In confronto all’andamento nazionale instauratosi ormai da alcuni anni, l’Università di Verona continua a registrare un aumento delle  immatricolazioni.  Informazione questa che diventa ancora più significativa se si considera che buona parte dei laureati dopo un anno continuano la loro formazione nel post laurea: scuole di specializzazione e  dottorati di ricerca certamente non sono causa di disoccupazione. Questa interpretazione sembra confermata dalla analisi dell’occupazione a tre e cinque anni, quando si giunge all’83 % di impiego.

Certamente questi dati non debbono in alcun modo tranquillizzare e distrarre l’attenzione dalla situazione di criticità del mondo del lavoro, cui vanno date risposte da più parti: dalla creazione di nuove opportunità, dall’investimento in creatività, dall’orientamento alla scelta della propria formazione universitaria che sempre di più si deve collocare su percorsi di integrazione con le realtà produttive. Bisogna riconoscere che le lauree triennali hanno il grande merito di elevare il patrimonio culturale dei giovani, ma per lavorare e, soprattutto, inserirsi in realtà competitive nelle quali la parola chiave è ricerca ed innovazione, sono determinanti gli studi universitari di più alto livello, in relazione ai quali è pensato il ruolo della Fondazione Univeneto”.

 



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