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Martedì, 23 Aprile 2024
Interviste

Guerra tra universit, gioved il giorno decisivo

All'incontro anche il sottosegretario alla Salute Martini: "Necessario razionalizzare le risorse"

Giovedì i due rettori dell'università di Padova e Verona si incontreranno nell'ufficio del ministro Ferruccio Fazio. Per fare chiarezza e trovare una risposta ai dubbi che si pongono i padovani. Sarà il titolare del dicastero della Salute a fornire risposte. Perché, stando a quanto dichiara l'ateneo scaligero, la scelta di spostare la sede della scuola di specializzazione in cardiochirurgia è stata sua. Non del ministro della Pubblica istruzione Mariastella Gelmini. Il sindaco della città euganea Flavio Zanonato ieri ha tirato la volata all'imminente incontro, chiamando in causa anche la Regione. "Quante sono le scuole di cardiochirurgia in Italia? - si è chiesto in un video postato ieri in Rete - Erano diciannove. Ora sono diciotto. Perché proprio Padova? Il motivo è che il Veneto ha perso la capacità di fare squadra. Questa è una perdita non solo per la nostra università, ma per tutta la regione". L'obiettivo del primo cittadino è chiaro. "Bisogna ripristinare la scuola di specializzazione padovana - dichiara - e Zaia deve darsi da fare. Se ci sarà una sconfitta la responsabilità sarà prima di tutto sua".

A Verona la versione cambia radicalmente. Nessuna ostilità verso l'ateneo padovano. Si sottolinea che la commissione costituita dopo l'approvazione del decreto Gelmini, nella quale faceva parte anche il rettore scaligero Alessandro Mazzucco, si era espressa per il mantenimento dello status quo. E' stato il ministero della Salute a spingere per un'ottimizzazione delle risorse. Quindi per un accorpamento delle sedi. In ogni caso una modifica del decreto ministeriale appare molto difficile. "I decreti vengono modificati attraverso l'intervento parlamentare - ha spiegato il rettore Alessandro Mazzucco - Siamo nel Veneto, cerchiamo di cooperare. La guerra Padova la sta facendo da sola, nè io ho mai reagito a qualche reazione fuori luogo".

All'incontro sarà presente anche il sottosegretario alla Salute Francesca Martini, veronese. "La scelta che si è fatta - dichiara - si è basata su parametri scientifici. Non è entrata in nessun modo la politica. Quella degli accorpamenti è una strada da cui anche a livello nazionale non si tornerà indietro, perché è necessario razionalizzare le risorse. Questa è una guerra all'ultimo sangue che non fa bene a nessuno, in primis al sistema Veneto". E' una questione di prestigio, più che economica. "Non siamo di fronte a un caso di lesa maestà - conclude il sottosegretario - anche perché Verona ha tutto il diritto di crescere come ha fatto negli ultimi anni".

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