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Giovedì, 25 Aprile 2024
Interviste

Di Gennaro piange Bearzot: "Era un padre per tutti noi"

L'ex ct, mancato oggi a 83 anni, fece esordire la bandiera dell'Hellas con gli azzurri nel 1984

Il "Vecio" se n'è andato. E con lui uno dei migliori allenatori della storia del calcio. Capace di portare l'Italia sul tetto del mondo nel 1982. Fu proprio grazie a Enzo Bearzot che Antonio Di Gennaro, ex bandiera dell'Hellas, esordì in Nazionale contro la Svizzera nel 1984. A Losanna. "Provo una grande amarezza - ricorda il "Dige" - era una persona stupenda. Fu proprio lui a credere in me, facendomi realizzare il sogno di esordire in Nazionale". L'ex ct, in un periodo di "stanca" del calcio italiano, decise infatti di puntare proprio su Di Gennaro, che, con il suo estro, si avviava a conquistare il primo scudetto della storia dell'Hellas. "Fu un periodo indimenticabile, in cui mi tolsi enormi soddisfazioni - ricorda l'ex centrocampista - fino ad arrivare al Mondiale del 1986 in Argentina. Bearzot era un padre per tutti noi. Puntava tutto sul gruppo. E non si può dire che i risultati non gli abbiano dato ragione".

Era arrivata la rivoluzione del "calcio totale". Tattiche e schemi riempivano i taccuini degli allenatori. Il Vecio, invece, aveva un'opinione molto semplice e diretta su come disporre la squadra sul campo."Le Nazionali di Bearzot sono state le più belle della storia - commenta Di Gennaro - lui a livello tattico sapeva far giocare tutti nel proprio ruolo, motivando i giocatori a dare il massimo. Un allenatore vecchio stampo. Una persona straordinaria, che faceva della lealtà una ragione di vita".

Un Mondiale, poi, è un serbatoio di ricordi inestinguibile. Ma al Dige il primo episodio che viene in mente dell'avventura di Argentina '86 si colloca poco prima degli ottavi di finale contro la Francia: "Sapevo di essere in dubbio per la partita. Bearzot aveva paura dei lampi di genio di Platini. Quindi decise di inserire Beppe Baresi per marcarlo a uomo, e io rimasi fuori. Negli spogliatoi il ct venne a parlarmi, e si vedeva che era dispiaciuto per la scelta. Dopo due anni in cui giocai sempre da titolare. Con le sue parole, però, mi fece comprendere che lo faceva per il bene della squadra. In quel momento ho scoperto un uomo straordinario".

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