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Venerdì, 19 Aprile 2024
Interviste

Catullo, per l'opposizione "manca una vera strategia"

Entro il mese verr sottoscritto l'accordo con i partner bresciani. Miozzi: "Siamo tutti d'accordo"

Febbraio è un mese cruciale per l'aeroporto Catullo. Sia dal punto di vista del suo sviluppo, sia dal punto di vista della struttura dirigenziale della sua società di controllo. La bozza di accordo da sottoporre ai soci bresciani per farli entrare nel Consiglio di amministrazione è a buon punto, anche se qualcosa va ancora limato. "Ci dovremo comunque incontrare ancora e discutere", spiega il presidente della Provincia Giovanni Miozzi. Il dilemma è politico, e politica deve essere anche la soluzione. Questo il concetto sottolineato dall'onorevole del Partito Democratico Giampaolo Fogliardi: "Dal punto di vista istituzionale sembra mancare una strategia univoca da parte degli enti istituzionali - attacca l'esponente del Pd - si legge sui giornali che il sindaco Flavio Tosi è uscito imbronciato dalla riunione sul nuovo assetto societario dell'aeroporto, il presidente Giovanni Miozzi contento e il presidente della Camera di commercio Alessandro Bianchi tentennante. Mi chiedo, ma esiste una strategia politica condivisa?". A stretto giro di posta arriva la lapidaria risposta di Miozzi: "La strategia c'è, ed è condivisa".

Una delle questioni sul tappeto è la scelta del partner strategico dell'aeroporto. Da che parte espandersi? Verso Venezia o verso Milano? Per il Partito Democratico non è da trascurare la terza via. Quella di Monaco di Baviera. "In tempi di crisi - afferma Fogliardi - mi chiedo come sia possibile non privilegiare un dialogo con la città bavarese. Verona deve iniziare ad avere un respiro europeo, quindi non può esimersi dall'allacciare rapporti con l'estero. Tanto più con Monaco, con cui intercorre anche un gemellaggio".

Questo è il bandolo della matassa secondo il Pd. Tutto il resto passa in secondo piano. "Se poi vogliamo entrare nei tecnicismi - continua Fogliardi - se il 50% delle quote sarà detenuto dai veronesi, il 25% dai bresciani e il restante 25% dai trentini, e le decisioni fondamentali dovranno essere prese con una maggioranza del 76%, vorrà dire che tutti avranno la possibilità di mettere il veto. Ci saranno problemi di governabilità". Analisi che non trova d'accordo Miozzi. "Dipende dai punti di vista - commenta il presidente della Provincia - per me una maggioranza del 76% è una garanzia, per altri potrebbe costituire un blocco".

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