Riemerge "Diana", prima nave a motore del Garda

Una “joint venture” tra il comune di Verona e quello di Brenzone potrà far riaffiorare dalle acque del lago il relitto della storica “Diana” , la nave da trsporto affondata negli anni Trenta nei pressi del comune gardesano. Questo quanto è emerso dall’incontro tra il sindaco Flavio Tosi e Rinaldo Sartori, primo cittadino di Brenzone.

Potrà dunque farsi concreta l’ipotesi di restauro e recupero che è stata avanzata già nel 2008, dall’amministrazione uscente e dall’ex sindaco Giacomo Simonelli ora consigliere di minoranza. L’iniziativa era stata avanzata in seguito al ritrovamento e alle immagini documentaristiche girate dall’esperto, Lorenzo Veneziani, autore di un importante servizio sull’“Andrea Doria”. Due anni fa, Veneziani scese ai novanta metri di profondità, su cui la “Diana”  è adagiata, per testimoniarne l’integrità e lo status di testimonianza storica. L'imbarcazione, affondata a causa di una cattiva manovra di navigazione, ha una lunghezza complessiva di 18 con scafo in acciaio e ponte, cabina e alberi in legno. Storico il suo varo poichè, come riporta la ricerca condotta dai due esperti in subaquea, Angelo Modina e Gianni Calafà, "per il Garda è stata la prima barca da lavoro ad aver installato, oltre ai due alberi a vela, due moderni motori".

Dopo l'ipotesi iniziale, la volontà di portare avanti il progetto di "riemersione" è passata all'amministrazione Sartori, che agirà in accordo alla Soprintendenza dei beni culturali e il comune di Verona. Già, Fabrizio Magani, responsabile dell’ufficio per la tutela dei beni storico artistici e archeologici ha dichiarato il “modus operandi” che vedrà la stipula di una convenzione col comune di Brenzone per il recupero e la valorizzazione. Da una stima approssimativa, il costo dell’opera potrebbe aggirarsi sul milione e mezzo di euro.