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No secco degli albergatori sulla tassa per il turismo

I bilanci ne risentirebbero. L'assessore regionale Finozzi non chiude la porta a eventuali modifiche

No "senza se e senza ma". Questa la posizione di FederAlberghi Verona sulla proposta dell'assessore regionale al Turismo Marino Finozzi di istituire una tassa di soggiorno di un euro per rilanciare il settore. Surplus che dovrebbe fruttare sessanta milioni di euro. Gli albergatori però non ci stanno. A loro dire non c'è spazio nei bilanci per una nuova imposta, in virtù anche del calo dei prezzi che hanno dovuto subire negli ultimi anni. Anche perché se questi soldi, come paventato, dovessero finire in un fondo regionale, non c'è nessuna sicurezza che questi tornino indietro. "Siamo certi - afferma Beppino Olivieri, presidente degli albergatori del centro di Confcommercio - che dovremmo pagare solo noi albergatori, e non tutti i soggetti che vivono di turismo. Questo sarebbe inaccettabile". Una posizione di compromesso viene espressa dai sindaci dei Comuni gardesani, che si dicono tendenzialmente favorevoli alla tassa di scopo a patto "che i soldi rimangano nelle casse comunali".

La discussione però rischia di rimanere su un piano astratto. In attesa del varo ufficiale del federalismo fiscale. "La legge per ora non consente di applicare tasse per il settore a livello regionale - spiega l'assessore Marino Finozzi - la mia è un'idea che potrà essere sviluppata in futuro. Naturalmente discuterò con tutti i soggetti interessati, tentando di accontentare tutti". Un "tavolo di concertazione" in cui FederAlberghi punta a manifestare le proprie perplessità. A patto che gli Enti locali, Comune e Provincia, si spendano in prima persona per difendere gli interessi del settore turistico veronese.

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