Neuroscienze, ecco come la droga fonde il cervello
Oltre 40 i giovani aderenti alla ricerca presentata dai ricercatori dell'Ulss 20
Grazie alle moderne tecniche di neuroimmagine, attraverso apparecchi di risonanza magnetica ad alto campo, è stato infatti possibile descrivere come l'uso di droghe sia associato anche ad un'anomala organizzazione funzionale del cervello. In base alla forza espressa dalle diverse aree cerebrali, a seconda delle fasi (craving e resisting) ci sarà rispettivamente il controllo del comportamento assuntivo – astinenza, o la ricerca attiva della sostanza – dipendenza. Ecco quindi che sottoponendo alcuni tossicodipendenti al test non invasivo della Risonanza magnetica funzionale (fMRI), una tecnica di indagine neurofisiologica basata sull'imaging con Risonanza magnetica nucleare, ed inducendo contemporaneamente attraverso determinate immagini la voglia della sostanza o il rifiuto di questa, è stato possibile mostrare a chiare lettere come la tossicodipendenza abbia una spiegazione neuro-anatomica di alterato funzionamento cerebrale, indotto da una modifica nella connettività funzionale che mantiene la dipendenza dalla sostanza.
“In un gruppo di adolescenti che usano cannabis è stato osservato un minore spessore della corteccia”. I dati preliminari di questo studio sono esposti nella seconda edizione del volume
L’Unità di Neuroscienze offre, inoltre, ai genitori e ai ragazzi la possibilità di una valutazione neuropsicologica attraverso la quale si possono identificare eventuali danni provocati da alcol e droghe. Informazioni sul sito: www.neuroscienzedipendenze.it.