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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Divieto di pesca dell'alborella sul lago di Garda

Le misure per la tutela dell'ecosistema adottate da Verona e Brescia, dal 1 giugno per 3 anni

 La Provincia di Verona ha deciso di intervenire direttamente e tramite il vicepresidente con delega alle Politiche del Settore Faunistico Fabio Venturi ha presentato il provvedimento di divieto triennale di pesca dell’alborella sul lago di Garda.

Al fine di garantire la massima tutela dell'alborella nel lago di Garda, le Province di Verona e di Brescia e, a breve, la Provincia autonoma di Trento, hanno approvato il divieto di pesca, che entrerà in vigore a partire dal 1° giugno 2011, fino al 1° giugno 2014.

Il divieto si è reso ormai indispensabile a seguito della forte rarefazione che l'alborella ha subito negli ultimi anni. Il calo, iniziato già nel 2000, si è intensificato nel 2005: da quest'ultimo anno l'alborella non rientra più tra le specie pescate dai professionisti quando invece, negli anni '80 e nella prima metà degli anni '90 del secolo scorso, rappresentava circa il 25-30% dell'intero pescato del Garda, con circa 800-900 quintali all'anno.

L'alborella è una specie importantissima per l'equilibrio ecologico del nostro lago, in quanto rappresenta l'alimento principale delle specie predatrici, come la trota lacustre, il pesce persico e il luccio. In gran parte dei grandi laghi dell'Italia settentrionale, come il Maggiore e quello di Como, questa specie ha subito una forte contrazione anche se localmente, sebbene non ai livelli del passato, si assiste ad una certa ripresa.
 
Allo stato attuale non si conoscono esattamente le cause che hanno portato a questa situazione, benché tutti gli studiosi ritengano che sia dovuta alle continue alterazioni ambientali cui sono soggette le rive dei laghi e dei corsi d'acqua. Anche la diffusione di nuove specie ittiche e le difficoltà dell'alborella a riprodursi nelle acque del Garda, hanno contribuito negativamente.

Sarebbe sufficiente una riproduzione “andata a buon fine” per garantire una popolazione abbondante, trattandosi di una specie molto prolifica, ma anche a vita breve (mediamente 3-4 anni). Proprio per questo, se una o più riproduzioni “vanno male” (come nel caso specifico), la specie subisce un fortissimo decremento sino quasi ad estinguersi.

Le rive del lago, infatti, da qualche anno non sono più l'ambiente ideale per la riproduzione dell'alborella, costretta a portarsi verso il largo, dove non vi sono le condizioni favorevoli per la schiusa degli avannotti (soprattutto per la presenza di un maggior numero di predatori). Il divieto di pesca contribuirà indubbiamente ad evitare che i pochi esemplari rimasti vengano privati della possibilità di riprodursi, anche se di fatto, già da qualche anno, questa specie non viene più pescata.

Oltre a tale limitazione, tuttavia, sarà opportuno prevedere ulteriori misure di conservazione, tra cui anche eventuali interventi di ripopolamento (indubbiamente di difficile attuazione) con uova fecondate, come viene fatto anche in altri laghi lombardi. Questa ordinanza, rientra in un programma gestionale più ampio che troverà attuazione anche con l'approvazione, a breve, di un nuovo testo regolamentare comune, che prevede nuove e più rigide regole. Lo scopo è di garantire una migliore tutela nei confronti delle specie “più sofferenti”, come la trota lacustre, il carpione e il luccio. 

“Questo divieto si è reso necessario per la salvaguardia della specie alborella - spiega l'assessore Fabio Venturi - quella che in veronese viene comunemente detta 'aola'. Abbiamo raggiunto questo risultato attraverso il gioco di squadra e l'efficace collaborazione fra la nostra Provincia e quella di Brescia, speriamo anche in un appoggio da parte della Provincia autonoma di Trento. Già da tempo l'alborella non era più pescata ed ora questo divieto per altri tre anni significa dare il tempo a questa specie di riprodursi. La spinta all'azione ci è stata data dai pescatori, primi sostenitori della necessità di un intervento che garantisca un ripopolamento della specie. Speriamo che il provvedimento sia reso efficace non solo dalle attività di controllo, e dagli interventi sanzionatori, ma soprattutto dalla sensibilità delle persone e dei turisti. Del resto, le mutate condizioni del lago hanno nel tempo creato un habitat sempre meno favorevole alla vita di questo pesce. Noi vogliamo invece fare in modo che dalle nostre acque non sparisca”.

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