Diciotto Comuni del veronese in trincea contro lo smog

Per la prima volta diciotto comuni del veronese, che comprendono più della metà della popolazione della provincia, si impegnano in un piano condiviso per migliorare la qualità dell'aria. Il progetto è frutto di uno studio commissionato nel 2008 all'università di Trento, pagato dalle varie amministrazioni comunali in proporzione alla propria popolazione. Palazzo Barbieri ha sborsato circa cinquantamila euro.

Nessuna scoperta epocale, nemmeno aprocci originali per diminuire i livelli di smog. Il documento, un tomo di più di cinquecento pagine, indica una serie di azioni da mettere in atto per migliorare la qualità dell'aria. Da qui al 2016. Ieri palazzo Barbieri ha aprovato un documento politico con cui si ratifica il suo impegno, gli altri Comuni dovranno fare altrettanto entro la fine dell'anno. "La differenza - afferma Federico Sboarina, assessore all'Ambiente - è che ora non si procede per atti emergenziali, ma con un progetto politico alle spalle". Tutte le amministrazioni locali, quindi, dovranno impegnarsi a limitare la circolazione di veicoli inquinanti e ad aderire alle domeniche ecologiche. A tal proposito, ancora con decreto emergenziale, è stato approvato il blocco alla circolazione dei veicoli non catalitici dal 18 ottobre al 13 maggio. In più in cantiere ci sono incentivi per l'acquisto di veicoli a basso impatto ambientale e per l'utilizzo di bici elettriche. Oltre alla promozione del trasporto pubblico, come la tramvia, e di un'edilizia ad alto risparmio energetico.

Tutto ciò si inscrive in una situazione della qualità dell'aria che sta migliorando, ma non è ancora a norma di legge. Ad oggi, infatti, sono stati 53 gli sforamenti del pm10 in città, quando il limite massimo dovrebbe essere di 35. Comunque un miglioramento rispetto agli anni scorsi. Contando anche il fatto che la media giornaliera del pm10 è di 32 microgrammi per metro cubo, sotto al limite di 40.