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Accoglienza dei detenuti, via al reinserimento sociale

Assistenza per malati e tossicodipendenti. Primo protocollo provinciale sulle pene alternative.

Parte dalla sala Rossa del palazzo Scaligero il primo protocollo d'intesa della Provincia di Verona per il reinserimento sociale di detenuti che beneficiano di pene alternative. Il progetto prevede l'accoglienza residenziale di soggetti in regime di esecuzione penale esterna, cioè sottoposti ad una pena alternativa alla detenzione, a Casa San Giuseppe “Sesta Opera” di Ronco all'Adige. L'intesa è stata siglata tra l'associazione “Don Giuseppe Girelli” e l’ufficio Esecuzione Penale Esterna del ministero della Giustizia che si occupa di predisporre e realizzare percorsi individualizzati per il trattamento e la riabilitazione dei detenuti. Con esso collaborano professionisti esterni, ad esempio esperti in psicologia o criminologia, e numerosi volontari.

“Questo nuovo protocollo d'intesa cerca di dare accoglienza, recupero e aiuto a persone più sfortunate di noi- spiega l'assessore ai Servizi sociali, Fausto Sachetto-. La Provincia è riconoscente al volontariato, dove operano persone dedite a migliore l'esistenza di altre in difficoltà, che sollevano le amministrazioni da compiti che farebbero fatica ad assolvere. Per i detenuti nelle carceri c'è un'alta incidenza di problemi di salute, in particolare psichiatrici: trovare un domicilio protetto, una realtà territoriale ospitante e un' accoglienza sociale può sicuramente essere una soluzione”.

Punta sulla drammatica situazione delle carceri, invece, il direttore di casa San Giuseppe, Giuseppe Ferro: “Oggi la prigione è una realtà drammatica: oltre il sovranumero, nel quale si contano almeno 25mila detenuti stranieri, ci sono numerose persone malate, tossicodipendenti e Hiv positive. Punto molto importante previsto da questo accordo è il consenso dell'interessato a partecipare attivamente al progetto e alla vita comunitaria e soprattutto la sua assunzione di responsabilità, determinante al fine di conquistare maggiore libertà e la reintegrazione”.

Attraverso il percorso delle pene alternative, sono transitate 1556 persone sul solo territorio veronese ad oggi sono 650 le persone che fruiscono degli alloggi. "E' un lavoro faticoso- ammette Antonella Salvan, referente dell'Uepe- ma di grande soddisfazione se pensiamo che nel 2009 le revoche delle misure alternative di restrizione sono state soltanto il 7 percento. Il costo della singola persona al giorno, per questa tipologia di assistenza, è decisamente inferiore a quello del carcere, che si aggira sui 128 euro: i soggetti infatti lavorano, contribuiscono alle spese e agli obblighi familiari”.

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