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Verona, i nostri frutti eccellenti…tatuati!

Si punta sempre più sulla qualità: Kiwi, pesche, nettarine, melone, fiori all'occhiello della produzione locale da oggi certificati anche con una etichetta laser

La Comunità Europea ha appena votato per il tatuaggio della frutta. Niente a che vedere con una moda estiva che inneggia a banane, fragole o ciliegie stampate sulla pelle: parliamo di un cosiddetto tatuaggio sulla buccia dei frutti. Da tempo negli Stati Uniti e in altri Paesi, bollini ed etichette vari, appiccicati, incartati o appesi alla frutta per indicarne qualità e provenienza, sono ormai superati. Ora tocca anche al Vecchio Continente attuare la nuova via e approvare l’etichetta laser.


 

 Questo cosiddetto tatuaggio non penetra la buccia del frutto, lasciandolo integro, e presenta notevoli vantaggi rispetto ai metodi classici. Innanzitutto, riduce l’impiego di carta, inchiostro e colla diminuendo l’impatto ambientale. Poi, permette di inserire logo, informazioni di origine e anche un QR code, grazie al quale direttamente da uno smartphone si può accedere a contenuti su produttore, prodotto e tecniche di coltura e raccolta. Così, attraverso una tracciabilità totale, scoraggia la contraffazione e la falsificazione in un terreno come quello agroalimentare, troppo spesso molto fertile per malavita ed ecomafie.


 

La nuova normativa ha in questo modo una ricaduta molto positiva anche sul made in Italy, che fa di qualità ed eccellenze locali i suoi cavalli di battaglia. Il perché è presto detto. Per esempio, per riuscire a reggere la concorrenza di produzioni meno costose ma anche di minor pregio, è fondamentale che venga certificata la qualità del Kiwi veronese, del melone precoce veronese, della pesca e nettarina veronese fiori all’occhiello della produzione ortofrutticola locale e veneta in genere. È infatti proprio puntando sulla conversione varietale di questi frutti, orientata verso coltivazioni a sempre più elevato valore qualitativo e gustativo che la Regione Veneto può giocare la sua partita per essere più competitiva con altre regioni.


 

Insomma, il tatuaggio voluto dall’Europa può rivelarsi anche un ottimo assist per il il Made in Italy dell’ortofrutta italiana che, secondo i dati del Ministero degli Affari esteri, si attesta addirittura come terzo brand più noto a livello globale.

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