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Il Treno Verde arriva anche a Verona

Legambiente afferma che sono 43 le città italiane fuori dai limiti di legge per le polveri sottili. Verona è una di queste

Dal 15 al 18 marzo il Treno Verde di Legambiente farà tappa a Verona. Da domani, infatti, ripartirà la campagna di Legambiente dedicata al rilevamento dell’inquinamento atmosferico e acustico e pensato per informare, sensibilizzare e promuovere tra i cittadini le buone pratiche per una mobilità sostenibile e per l’abbattimento delle polveri inquinanti. Nata in collaborazione con Ferrovie dello Stato, questa campagna di Legambiente è accompagnata dal Laboratorio mobile Qualità dell’Aria di Italcertifer, che in ogni città rileverà i dati relativi all’inquinamento acustico e alla qualità dell’aria. Oltre ai valori del PM10, afferma l’associazione ambientalista, “saranno raccolte informazioni sulle concentrazioni nell’aria di benzene, biossido di azoto, monossido di carbonio, biossido di zolfo e ozono. E quest’anno verrà monitorato anche il PM 2,5 con l’obiettivo di tenere alta l’attenzione anche sulla frazione di polveri più dannose per la salute”.
 

 “Le nostre città – dichiara il direttore generale di Legambiente Rossella Muroni - devono tornare a respirare, ad essere più verdi, ad avere uno sviluppo in sintonia con l’ambiente ed essere delle fucine di innovazione. Ripensare i centri urbani, migliorare la qualità di vita e dell’aria significa prima di tutto ripartire dal trasporto pubblico, che si conferma essere un passaggio strategico per il cambiamento dei nostri centri urbani. Eppure il nostro Paese fatica ad intraprendere questa importante e necessaria strada: il 2013, sancito dalla comunità europea come “anno dell’aria”, doveva essere l’anno per affrontare seriamente il problema dell’inquinamento atmosferico ma, invece, si è fatto davvero poco e anche il 2014 non sembra iniziare nei migliori dei modi. Continuiamo ad accumulare ritardo nella competizione con la qualità della vita delle città europee. È dunque urgente intraprendere azioni efficaci e interventi mirati per risolvere il problema dell’inquinamento atmosferico in tutta la Penisola”.
 

E le polveri sottili (Pm10) sono quelle che preoccupano maggiormente: nel 2013 su 91 città monitorate da Legambiente, 43 hanno registrato valori di PM10 superiori ai limiti di legge. Verona con ben 79 giorni di superamento si trova all’undicesimo posto nella classifica “pm10 ti tengo d’occhio”. Un risultato certamente di cui non andare fieri. Non va meglio neanche per quanto riguarda le pm 2.5 dove il valore massimo annuo registrato nella città scaligera è stato di 24 microgrammi per metro cubo quando il limite massimo consentito per legge è di 24 microgrammi per metro cubo. Male anche per il biossido di azoto: questo è un inquinante secondario le cui fonti principali sono il trasporto su strada, il riscaldamento e i processi di combustione industriali e rappresenta ancora uno dei maggiori problemi irrisolti per quanto riguarda la sua concentrazione negli ambienti urbani.

A differenza degli altri inquinanti, infatti, il biossido di azoto, si legge nel rapporto “Mal’ Aria di città 2014”, non ha subito una riduzione nel corso degli anni. “I limiti stabiliti nel D.Lgs. 155 del 2010 prevedono un limite medio annuo di 40 µg/m3 ed una concentrazione media oraria di 200 µg/m3 da non superare per più di 18 giorni all’anno”. Verona, con un valore medio annuale di 42 microgrammi per metro cubo, si trova al 16 posto è nella classifica delle città che hanno superato il limite consentito per legge.
 

Risulta chiaro come è estremamente importante e soprattutto urgente intraprendere azioni efficaci e mirate per cercare di risolvere questo annoso problema. Ne va, infatti, della salute delle persone e della salvaguardia dell’ambiente.

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