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Uomini illustri nati a Verona: la figura controversa di Cesare Lombroso

Ritenuto un ciarlatano per alcune teorie rivelatesi poi sbagliate, il suo contributo alla scienza non è del tutto da cestinare

Il suo nome viene sempre associato ad una teoria da lui portata avanti del criminale per nascita che, in modo molto semplificato, si può spiegare con il ritenere che l'indole criminale dell'uomo si sviluppa a causa di alcune caratteristiche fisiche. Nel sentire comune Lombroso viene accostato alla frenologia, quella pseudoscienza secondo cui dalle misurazioni del cranio si possono ricavare le qualità e i difetti intellettivi delle persone. Un stigma che intacca la memoria di Cesare Lombroso, che comunque ha dato un contributo anche positivo al mondo scientifico.

Cesare non è il suo vero nome, Lombroso nasce nel 1835 con il nome di Marco Ezechia, terzo di sei figli di una famiglia ebraica trasferitasi a Verona. Si laurea a Pavia in medicina nel 1858, ma studia anche a Padova e a Vienna. Proprio a Pavia comincia le sue ricerche che non coinvolgono solo l'ambito medico ma anche lo studio antropologico. In particolare Lombroso è interessato a chi soffre di malattie mentali e può svolgere queste ricerche sul campo, quando ottiene la direzione del manicomio di Pesaro. Interesse poi che si allarga anche ai criminali studiando i carcerati di Torino.

Le motivazioni che spingono avanti gli studi di Lombroso, che poi la storia giudicherà come privi di fondamento scientifico, sono buone e positive. Quello che Lombroso vuole fare è scoprire l'origine dei comportamenti sbagliati dell'uomo, una sorta di lotta contro il male. E sebbene le sue conclusioni spesso si sono rivelate errate, la volontà di studiare i criminali ha qualcosa di pioneristico e permetterà negli anni successivi di guardare alla criminalità come a qualcosa che si possa studiare scientificamente. Ed è lo stesso Lombroso che procedendo nei suoi studi riconosce come le caratteristiche fisiche non siano le sole cause del comportamento criminale, in cui incidono anche fattori esterni come l'educazione, il contesto sociale ed economico dell'individuo. 

Insomma se oggi esiste la criminalogia lo si deve anche a Lombroso, la cui figura si può rivalutare non tanto per le conclusioni raggiunte dalle sue teorie pseudoscientifiche, quanto per aver aperto la porta della scienza a settori fino a quel momento inesplorati. E i suoi interessi si spinsero anche oltre i fenomeni sociali, fino ad arrivare al paranormale negli ultimi anni della sua vita, minati però da precarie condizioni fisiche.

Lombroso muore a Torino nel 1909, ma alcuni anni prima nel 1876 riesce a fondare un museo che porta il suo nome, museo di antropologia criminale. Dal 2009, il museo Lombroso è aperto al pubblico, nonostante una forte resistenza, giacchè le teorie di Lombroso sono state strumentalizzate per giustificare teorie razziste nel XX secolo. Probabilmente, piuttosto che chiudere il museo per condannare all'oblio Lombroso, sarebbe meglio ricordarlo, riconoscendo sempre ciò che delle sue teorie si è rivelato sbagliato.

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